Elementare, Watson: l’Italia e l’Europa quasi pari sono e fa niente se stavolta conviene pure non prenderne. «Perché a noi basta vincere, dunque segnando un gol in più dell’avversario». Elementare, Rafa: e in quell’orizzonte abbagliante rappresentato da un quarto di finale e di nobiltà da blandire con arguzia, la necessità aguzza l’ingegno e trascina nella sacralità d’un luogo comune buone per qualsiasi stagione. «E poi vorremmo mostrare qualcosa di meglio rispetto all’ultima partita. Non che avessimo fatto male, no: però abbiamo giocato meno bene che in altre circostanze. Ma se mi chiedete cosa chiedo a questa gara, non ho dubbi: vincere». Elementare!
Benitez, i rischi?
«Quelli che una sfida contro una Grande d’Europa può comportare. E’ una sfida che ha un valore, a giochiamo in casa di un’avversaria che nella sua bacheca ha Champions ed Europa League. Sono abituati a giocare a certi livelli».
Però il match è in due tappe.
«E quello decisivo lo dobbiamo vivere al San Paolo, dinnanzi alla nostra gente. Ma conviene portarsi un po’ di lavoro avanti e segnare, per cominciare. Serve altissima concentrazione per i centottanta minuti, un impatto deciso. Se con lo Swansea, che è stata un’ottima antagonista, il turno s’è rivelato complicato, stavolta sarà sicuramente più impegnativo. Siamo al cospetto di un top club, non sono permessi cali di tensione».
Le loro motivazioni sono rinnovante.
«Il cambio di allenatore incide non solo tatticamente ma anche psicologicamente. Noi proveremo a scovare i loro punti deboli, ma a me sembra che ne abbiano veramente pochi. Però noi siamo il Napoli ed abbiamo una nostra identità, abbiamo determinazione, siamo carichi».
Le tocca rimodellare la squadra.
«Qualcosa faremo ma ancora non so dire in che maniera interverrò. Gli allenamenti servono per capire e valutare ed io decido sempre all’ultimo momento. Stavolta posso dire che qualcosa, rispetto alla Roma, cambierò. Non verrà modificato l’atteggiamento della squadra: saremo pronti subito, per gli interi novanta minuti».
Parlare di Jackson Martinez è inevitabile.
«Mi auguro che non sia al massimo della condizione, almeno in questa settimana. C’è poc’altro che possa dire io su certi argomenti e sul futuro non mi sbilancio».
Ha visto un Napoli un po’ appesantito nella testa, domenica scorsa?
«Ma no, perché le partite a volte non riescono come le immagini. E comunque sono contento di quello che i ragazzi danno, sempre: sarà così pure stavolta, in uno stadio che è affascinante, in un clima straordinario, contro un Porto che ha qualità in qualsiasi zona del campo. Ma io ho fiducia nei miei calciatori, so che faranno bene».
E poi ci sarà il Torino, e poi…
«Per me la partita più importante è quella che sta per arrivare ed io ho pensieri solo per preparare nel migliore dei modi questa. Poi, alla fine, mi tufferò sul Torino; e poi ricomincerò a riflettere sul Porto. I favoriti, per questa gara d’andata, sono loro: ma noi abbiamo le soluzioni per giocarcela come sappiamo. L’Europa League ci piace».
«Quelli che una sfida contro una Grande d’Europa può comportare. E’ una sfida che ha un valore, a giochiamo in casa di un’avversaria che nella sua bacheca ha Champions ed Europa League. Sono abituati a giocare a certi livelli».
Però il match è in due tappe.
«E quello decisivo lo dobbiamo vivere al San Paolo, dinnanzi alla nostra gente. Ma conviene portarsi un po’ di lavoro avanti e segnare, per cominciare. Serve altissima concentrazione per i centottanta minuti, un impatto deciso. Se con lo Swansea, che è stata un’ottima antagonista, il turno s’è rivelato complicato, stavolta sarà sicuramente più impegnativo. Siamo al cospetto di un top club, non sono permessi cali di tensione».
Le loro motivazioni sono rinnovante.
«Il cambio di allenatore incide non solo tatticamente ma anche psicologicamente. Noi proveremo a scovare i loro punti deboli, ma a me sembra che ne abbiano veramente pochi. Però noi siamo il Napoli ed abbiamo una nostra identità, abbiamo determinazione, siamo carichi».
Le tocca rimodellare la squadra.
«Qualcosa faremo ma ancora non so dire in che maniera interverrò. Gli allenamenti servono per capire e valutare ed io decido sempre all’ultimo momento. Stavolta posso dire che qualcosa, rispetto alla Roma, cambierò. Non verrà modificato l’atteggiamento della squadra: saremo pronti subito, per gli interi novanta minuti».
Parlare di Jackson Martinez è inevitabile.
«Mi auguro che non sia al massimo della condizione, almeno in questa settimana. C’è poc’altro che possa dire io su certi argomenti e sul futuro non mi sbilancio».
Ha visto un Napoli un po’ appesantito nella testa, domenica scorsa?
«Ma no, perché le partite a volte non riescono come le immagini. E comunque sono contento di quello che i ragazzi danno, sempre: sarà così pure stavolta, in uno stadio che è affascinante, in un clima straordinario, contro un Porto che ha qualità in qualsiasi zona del campo. Ma io ho fiducia nei miei calciatori, so che faranno bene».
E poi ci sarà il Torino, e poi…
«Per me la partita più importante è quella che sta per arrivare ed io ho pensieri solo per preparare nel migliore dei modi questa. Poi, alla fine, mi tufferò sul Torino; e poi ricomincerò a riflettere sul Porto. I favoriti, per questa gara d’andata, sono loro: ma noi abbiamo le soluzioni per giocarcela come sappiamo. L’Europa League ci piace».
Fonte : Corriere dello Sport
Condividi:
- Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per condividere su Ok Notizie (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per inviare un link a un amico via e-mail (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pinterest (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pocket (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Tumblr (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su LinkedIn (Si apre in una nuova finestra)
- Altro