Il veleno è nella coda: e quando ormai l’ira sembra sia stata spazzata via e pure la malinconia, l’errore collettivo che spegne l’euforia (contenuta) e riempie quel Napoli-Roma che arriverà d’una scarica di pathos da domare con giudizio. « Però siamo stati belli e coraggiosi, reattivi e lucidi: una gran bella squadra» . Su, giù: sembravano montagne russe oppure l’inizio d’una brutta fine; sembrava sceneggiatura da giallo, magari da horror, con una trama perfida nella quale bisognava solo andare a cercare il colpevole: sembrava che il destino avesse deciso per Rafa, il señor della panchina, e gli stesse bruciando il Napoli, elegante e (quasi) perfetto in avvio e pure però sotto di due gol. Il baratro, insomma.
CARATTERE – Un tempo e via per ritrovarsi spazzato quasi fuori dalla coppa Italia, per avvertire il processo inevitabile, per scoprire quanto sia cinico il pallone che ti rotola contro e ti trascina dalla percussione di Insigne (sulla quale è determinante De Rossi) alla soglia dell’inferno con la lama di Gervinho e la mazzata supersonica di Strootman: « Ma ho avuto le risposte che volevo: io non ho avuto dubbi sulla consistenza della squadra, ma ora è tornato anche Behrami e saremo ancora più forti. Altri si sarebbero sciolti dopo il 2-0, noi abbiamo reagito, siamo stati capaci di raddrizzarla, abbiamo prodotto tanto, contro una Roma fortissima, e siamo stati battuti soltanto da una bella giocata loro, in velocità».
LA RABBIA – Però poi resta la ferita, perché il 3-2 lascia aperta la porticina della qualificazione, ma lo spiraglio è più ampio per la Roma, che dovrà controllarla, potrà arginare e poi ripartire. «Io sono soddisfatto dell’atteggiamento dei ragazzi: pensiamo di potercela giocare, sappiamo che ci basta anche l’1-0. Questa sfida è un messaggio alla nostra gente, a starci vicini. Noi sappiamo cosa vogliamo e dove intendiamo arrivare: la strada giusta è il gioco e all’Olimpico, al cospetto di una Roma fortissima, abbiamo fatto una gran bella figura».
CALMA MAREK – Le luci, le ombre, i tormenti d’una notte elettrica ma anche elettrizzante, perché nella sintesi di quell’ora e mezza c’è la civilissima polemica su alcune decisioni arbitrali ( «sul primo gol era fuorigioco; sul secondo c’era fallo di Castan») e la comprensione umanissima per Marek Hamsik: «Che ha soltanto bisogno di tempo. E’ stato fuori un bel po’ ed è appena rientrato. Per ritrovare la gamba e la condizione serviranno partite. E’ soltanto una questione di ritmo».
L’OTTIMISMO – E però è proprio un’altra storia, nonostante le tre reti come a Bergamo e quello «schiaffo» della sorte che quando ormai pareva finita ha rimesso la stradina in salita: 3-2, la Roma è in vantaggio. «Ma noi siamo fiduciosi, perché in questa partita abbiamo registrato una serie di aspetti positivi che inducono all’ottimismo. Complimenti a Gervinho che ha fatto belle cose; complimenti a Garcia che ha costruito un bel giocattolo; complimenti a entrambe le squadre, che hanno giocato una partita avvincente. L’abbiamo persa su una loro invenzione, tutta in rapidità, ed almeno stavolta non si può dire che sia dipeso dalla mancanza di centrocampisti. E fra una settimana, al san Paolo, ci proveremo: sentiamo di avere buone possibilità, ci manca poco» . Un gol: già, cos’è un gol?
Fonte: Corriere dello Sport
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