Stavolta si è arrabbiato anche Benitez: di solito indulgente con i suoi, almeno in pubblico. Dura la requisitoria del tecnico spagnolo a fine gara. «Soprattutto nel primo tempo la mia squadra ha controllato il match, dovevamo fare di più nella fase offensiva e vincere questa partita. Nella ripresa quelli del Livorno ci aspettavano in difesa e non era semplicissimo, è vero: ma questa era una sfida che potevamo e dovevamo fare nostra. Noi dobbiamo vincere queste partite altrimenti parlare di secondo posto diventa inutile», ha alzato la voce Don Rafa, rifiutandosi di allargare il discorso al testa a testa in classifica con la Roma. «Per adesso non ne voglio parlare: dobbiamo dimostrare in campo il nostro valore. Sono un po’ deluso, per diversi motivi…». E guai a chi gli ha suggerito — come possibile alibi — l’emergenza per l’assenza di Higuain, squalificato. «Macché, non c’entra assolutamente nulla: abbiamo sufficiente qualità in attacco per creare occasioni e non dipendere da Gonzalo. È mancata la determinazione, non lui».Benitez aveva provato invano a dare l’esempio, mandando in campo una squadra a trazione offensiva. Le gravi assenze per squalifica di Higuain (e anche di Albiol) non hanno condizionato i piani di Rafa, obbligato comunque ad andare alla caccia dei tre punti per riavvicinarsi alla Roma, alla vigilia dello scontro diretto con i giallorossi di domenica prossima al San Paolo. Nonostante l’emergenza e la inevitabile stanchezza post Swansea, dunque, il Napoli ha provato lo stesso a comandare fin dall’inizio la gara, prendendo possesso del pallone e della metà campo del Livorno: costretto quasi sempre sulla difensiva. Non è stato un vero assalto, quello degli azzurri: ma piuttosto un attacco ragionato, anche se a tratti lento e sterile. Specie con il passare dei minuti. L’atteso ritorno della maglia azzurra, dopo sette gare di fila giocate in abito giallo, ha gasato di più i mille i tifosi al seguito dei giocatori in campo. Eppure la differenza di valori s’era vista subito, con il Livorno impaurito e consapevole di dover puntare al pareggio come obiettivo massimo: centrato alla fine senza neppure troppe sofferenze. Il Napoli si è spento infatti alla distanza, quando la stanchezza per la terza gara in sei giorni si è fatta fatalmente sentire. L’ultimo assalto è stato vanificato da Zapata, su un assist dello scatenato Mertens: ci fosse stato un centravanti vero, al posto del modesto colombiano, Benitez avrebbe potuto comunque festeggiare in extremis la vittoria e i tre punti. Ma è stato nel primo tempo che la squadra di Rafa ha gettato via la partita. Il gol del vantaggio era infatti arrivato comunque, nonostante le difficoltà offensive per l’assenza di Higuain. Pandev (32’) si era preso la sua rivincita su Mazzoleni — il direttore di gara della Supercoppa di Pechino — costringendolo a fischiare un rigore (per lo spintone di Ceccherini sul macedone). Invece non è stato l’episodio decisivo. Mertens ha fatto la sua parte, realizzando dal dischetto. Ma poco dopo è arrivato l’errore di Reina, che ha fatto autogol (39’) infastidito da Britos. Benitez non se l’è presa con il portiere, però. C’era tutto il tempo per ripassare in vantaggio. Invece il Napoli — tradito da Hamsik e stanco — si è spento di colpo nella ripresa. Un’altra occasione sprecata
fonte: La Repubblica
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