Maurizio Sarri lavorava in banca. Qualcosa più di un impiegato, si occupava di finanza e seguiva aziende. Un bel posto, con ottimo stipendio. Intorno al Duemila il gran passo. Addio al posto fisso, allenatore a tempo pieno, ma all’epoca Sarri guidava il Sansovino, squadra della provincia di Arezzo. Quindici anni dopo può dire di avercela fatta, oggi Sarri siede sulla panchina dell’Empoli neopromosso ed è il tecnico meno pagato della Serie A. Prende 300 mila euro netti a stagione, più o meno una mensilità dell’ingaggio di Rafa Benitez, che coi suoi 3 milioni e mezzo è il tecnico meglio retribuito del campionato.
NAPOLI MILIONARIA — Chi allena il Napoli se la passa bene. Benitez è lo zio Paperone del nostro torneo e al secondo posto, nei panni di Rockerduck, c’è Walter Mazzarri, ex mister degli azzurri, oggi all’Inter di Thohir, che gli passa 3,3 milioni. Rudi Garcia è davanti a Massimiliano Allegri quanto a dichiarazione dei redditi – 2,8 milioni contro 2,4 -, ma chissà come finirà sul campo. Tredici tecnici su venti stanno sotto il milione di euro. Non che muoiano di fame, ci mancherebbe, però il tempo delle vacche grasse è finito. E occhio a non scivolare in Serie B, dove è ricco chi sta sopra i centomila euro e dove ci sono professionisti della panchina che devono “accontentarsi” di 30-40 mila euro: tante professioni sono più redditizie.
MEGLIO COVERCIANO – In verità una cosa balza all’occhio: Antonio Conte in Nazionale è diventato l’allenatore più pagato entro i confini dell’Italia. Grazie all’intervento della Puma porta a casa un fisso di 3 milioni e 650.000 euro netti: 1,65 milioni di stipendio-base più 2 milioni di diritti d’immagine. La parte variabile è ricca: bonus da un milione per la qualificazione all’Europeo, 500 mila euro per il miglioramento di 5 posizioni nel ranking Fifa e altri 500 mila per l’eventuale finale a Euro 2016. Facile che Conte sfondi il tetto dei 4 milioni. Curioso che il c.t. dell’Italia bastonata al Mondiale sia oggi il secondo selezionatore più remunerato al mondo (6,4 il lordo). Il primo è un altro italiano, Fabio Capello, che in Russia incassa 8,45 milioni lordi. Joachim Low, campione mondiale in carica con la Germania, ne prende 2,71, sempre lordi. Roy Hodgson, con la sua fallimentare Inghilterra, piglia quasi il doppio, 4,42 milioni (lordi). Le imprevedibili leggi del mercato.
FILM GIÀ VISTO — Vent’anni fa, autunno del 1994, divampava la polemica sullo stipendio di Arrigo Sacchi, c.t. della Nazionale battuta in finale dal Brasile al Mondiale di Usa ’94. All’epoca Sacchi guadagnava un miliardo e 481 milioni di vecchie lire (cifra netta) e nella Serie A di allora nessuno come lui: Zeman alla Lazio un miliardo e due, Capello al Milan un miliardo tondo. Sapete che cosa rispose ai critici Antonio Matarrese presidente federale dell’epoca? Che l’effetto Sacchi aveva raddoppiato gli introiti da sponsor, passati dai 20 miliardi del ’92 ai 43,5 del ’94. Più o meno la stessa replica di Tavecchio & Lotito a chi ha criticato il contratto di Conte. Tutto passa e tutto ritorna.
Fonte: Gazzetta.it
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