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Benitez: “Nessuna rivincita, ho tanti amici a Milano. Rigore? Volevo tirasse Lorenzo”

NAPOLI – Vorrebbe essere creduto ma tutti sanno che non è così. Benitez non ha mai digerito quella parentesi all’Inter, l’unica macchia vera della sua carriera. Aspettava la rivincita. La cercava. Ma non si poteva dire, non si doveva dire. E poi, vuoi mettere una rivincita consumata anche al cospetto dell’ex allenatore del Napoli che s’è insediato sulla panchina neroazzurra? Benitez l’ha consumata dentro di sé. Se la sarà goduta per intero a fine partita. Ma davanti ai microfoni, l’aplomb va conservato. Così il tecnico del Napoli commenta: «Rivincita? No, nessuna rivincita per me. E poi, a Milano ho ancora tanti amici. A me interessava vincere la partita e l’abbiamo vinta anche bene. Una partita importante per noi. Ai ragazzi avevo chiesto di tenere un atteggiamento in campo simile a quello avuto in Champions dove siamo usciti a testa altissima. E così è stato. Squadra raccolta, brava a ripartire, un po’ meno a difendere ma comunque determinata e volitiva» .

POKER – E’ la quarta gara di campionato che il Napoli centra il poker. Stavolta nientemeno che all’Inter di Mazzarri, un tecnico bravo a preparare la fase passiva. Benitez è soddisfatto. Pur dovendo fare a meno in partenza di Behrami, Armero e Pandev, la squadra ha mantenuto il suo clichè pur modificando qualcosa a livello di atteggiamento: meno possesso palla, più verticalizzazioni. «Il cambio Higuain-Behrami? Un centrocampista per una punta? Stavolta si poteva fare. Poi dipende dalle partite. Alle volte conviene tenere un attaccante in campo per segnare ancora, oggi con due soli centrocampisti era più opportuno coprirci» .

CAMBIARE –  Quindi anche Don Rafa non sta in panchina con i paraocchi. E non guida la squadra con ostinazione. Se deve cambiare, cambia. Così come nel caso del tridente alle spalle di Higuain. Molti si aspettavano Callejon, lui si è presentato con Mertens, un autentico grimaldello per mandare in tilt la difesa neroazzurra. «Il trio alle spalle di Higuain? – ha proseguito Benitez – Tutti hanno libertà per cambiare posizione se vogliono farlo, quel che conta è che mantengano il loro impegno in fase passiva. Devono ripiegare per dare una mano ai centrocampisti. In attacco, invece, hanno massima libertà» .

RIGORE –  C’è stato anche un equivoco al momento del rigore che avrebbe potuto persino mortificare l’avversario con una cinquina. E Benitez confessa di essersi arrabbiato in panchina: «Sì, mi sono arrabbiato. Volevo che lo tirasse Insigne, l’ho detto anche a Maggio ma Pandev però è stato rapido e ha calciato subito. Il possesso palla? Si può sempre migliorare, la nostra idea è palleggiare senza però perdere la palla. Alle volte sbagliamo, credo però che soprattutto all’inizio del secondo tempo siamo stati più precisi» .

DIFESA –  Ma quei troppi gol incassati Benitez resta fedele alla sua idea: errori dei singoli. «Nell’occasione del salvataggio di Fernandez si è trattato di un errore individuale. Maggio? Ho parlato con lui, dopo l’infortunio doveva lavorare bene e l’ha fatto. Con l’Arsenal era stato più propositivo, oggi ha perso qualche palla ma in quanto a lavoro e sforzo sono molto soddisfatto di lui» . Poi gli chiedono di chiarire quella storiella della foto di Mourinho fatta rimuovere dallo spogliatoio quando arrivò all’Inter: «Non è vera, falsa al cento per cento» . E con De Laurentiis e signora l’appuntamento a stasera per la prima di “Colpi di fortuna”. Ma per Benitez, ieri è stato un capolavoro tattico, non certo di fortuna. Un altro ancora, grazie anche ai suoi uomini: Higuain e Callejon. Chi avrà chiesto per gennaio?
Fonte: Corriere dello Sport

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