NAPOLI – Il pericolo viene da lontano: e laggiù, a meno diciannove, nessuno ti ama… «Attenti al Catania» . Il calcio è scienza inesatta e le schegge impazzite di quel 25 settembre, 1-1 con il Sassuolo, restano nella carne e nella testa, nelle riflessioni e nelle deduzioni, nel Benitez che sceglie il profilo «bassissimo» per continuare a volare altissimo, alle spalle della Roma ed al fianco della Juventus, nel bel mezzo d’un sogno che il Napoli ha costruito e legittimato assecondando il proprio guru. «Sarà la nostra quinta partita in quindici giorni: però ho visto i ragazzi carichi, molto concentrati. Siamo preparati ad un match difficile» . Si gioca (con il Catania), si cambia (il Napoli), si aspetterà (la Roma) e si andrà oltre, in quella dimensione europea che condurrà all’Olympique Marsiglia, in quel faccia a faccia (con la Juventus) che servirà per avere ulteriori risposte: la verità, quasi tutta la verità racchiusa in una settimana da attraversare a testa alta e a petto in fuori, lasciandosi alle spalle ciò ch’è stato e quei venticinque punti che rappresentano il patrimonio d’un bimestre stellare, e inseguendo una favola vissuta sul serio e raccontata attraverso The Independent con slanci da innamorato perso: «Il tifo qui è incredibile: io qui mi sento come a casa mia, sono in un luogo in cui lavorare è fantastico. E ci sono posti meravigliosi come Pompei, come il teatro San Carlo: chi non conosce Napoli, dovrebbe venire a visitarla» .
NO PARTY – E’ l’ennesima serata d’onore, in un San Paolo che s’annuncia effervescente; ma in quello stadio che somiglia a un bunker, nella fortezza utilizzata (in parte) per ricostruirsi un romanzone popolare, ciò che resta – alla vigilia – è la cautela sfruttata per fotografare i rischi (occultati) da una classifica infida. «Abbiamo lavorato in maniera intensa, dividendo i carichi in più sessioni: perché questa gara non sarà per niente facile» . Sarà la partita d’un altro Napoli, rivoltato per esigenze di calendario e non di copione, ritoccato qua e là – e comunque in ogni settore – per evitare di cascare in piedi, le gambe molli dopo quattro gare e la testa che non sa dove andare.
NO SIR – Ma il calcio che va oltre Fuorigrotta è un’encicplopedia che va sfogliata attraverso Benitez e le sue tesi, le proprie teorie e le caustiche riflessioni (su Ferguson) concesse in Inghilterra per diffonderle nel Mondo : «Replicare a certi commenti come quelli riservati a me servirebbe soltanto a dargli maggiore visibilità. Per me e anche per Gerrard parlano i successi ottenuti con il Liverpool e quanto fatto per quel club» . Il passato che ritorna è un viaggio tra quelle star della Premier che l’hanno incantato nella Premier osservata dall’Italia ( «Suarez su tutti, è impressionante: poi Sturridge, Negredo, Lallana e ovviamente Rooney» ); ma il futuro è adesso, in quel Napoli-Catania da affrontare «con attenzione» . L’ora dei dolcetti, mica degli scherzetti.
Fonte: Corriere dello Sport
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