La partita «canaglia»: perché ci sono sfide in cui c’è tutto da perdere e (quasi) niente da guadagnare; perché il pericolo corre sempre sul filo, anche quello della tensione, che può togliere energia mentale; perché Slovan Bratislava-Napoli rientra nella categoria dei match infidi, in cui vincere rappresenta la normalità e hai voglia a predicare «sin prisa, sin pausa», ma poi ciò che conta è il risultato. La notte è fatta per segnare, ma va: Slovan 0, Napoli 2, ritrovando Hamsik e un Higuain che in Europa sa come si fa e in Italia sta cercando di ricordarselo; e il resto è un guscio di tranquillità nel quale Benitez può andare ad accomodarsi, aspettando che il passato resti un puntino perso nella memoria.
Benitez, il risultato è appagante per chi non se la passava benissimo.
«Ma anche il comportamento della squadra lo è. Giocavamo contro un avversario che ha comunque qualità e che voleva far bella figura dinnanzi ai propri tifosi. Sapevamo di affrontare uno Slovan organizzato: in sfide così particolari, il timore di un incidente di percorso, di un dettaglio che ti cambi la scena, va messo in conto. Invece i ragazzi sono stati attentissimi».
Le critiche sono sempre difficili da digerire.
«Ma io ho sempre sostenuto, e lo faccio anche ora, che il Napoli avrebbe meritato più di quanto ha ottenuto. La fortuna non ci ha mai aiutato e stavolta, a Bratislava, vanno fatti i complimenti a tutti: queste due vittorie confermano, semplicemente, che con un po’ di buona sorte il destino di una gara o anche di un periodo, può cambiare. Ma adesso siamo già proiettati sul Torino: dovessimo vincere la prossima, allora sì che potrebbe essere più semplice. Ma bisognerà essere reattivi, come lo siamo stati stavolta, come a Reggio, come in altre circostanze in cui solo il risultato ci ha dato torto».
Il cervello stavolta ha trasmesso input positivi: buona tenuta, anche tattica. Lei «gioca» talvolta con le percentuali: a che punto pensa sia arrivato il suo Napoli?
«Preferisco non sbilanciarmi e concentrarmi sull’impegno di domenica sera, però devo dire che a me il Napoli è piaciuto in ogni suo aspetto. Mi è sembrato maturo, capace di prendere ciò che voleva attraverso l’atteggiamento ideale per questo match».
Il suo aplomb, in alcuni istanti, ha vacillato.
«Ho semplicemente provato a trasmettere ai calciatori alcune indicazioni ed a ricordare quello che avevamo preparato nel corso degli allenamenti. E l’ho fatto in quelli che mi sembravano i momenti più importanti di questa serata».
Avete ricominciato persino a segnare di testa.
«Magari è stato un caso, perché se Higuain ed Hamsik sono due giocatori fortissimi lo sono soprattutto con i piedi. Ma siamo arrivati come dovevamo in quelle situazioni e va benissimo così».
Adesso potrete liberarvi dei fantasmi.
«La serenità vera non l’abbiamo mai persa, i risultati tolgono tranquillità più all’ambiente che a noi, che abbiamo sempre continuato a lavorare con fiducia. Sapevamo di avere dei valori e aspettavamo che venissero fuori: ora però non possiamo fermarci, non dobbiamo».
Da centottanta minuti non subite reti: e c’era David Lopez sia con il Sassuolo che con lo Slovan.
«Io in genere non parlo mai dei singoli ma del gruppo: siamo stati capaci di uscire con la porta inviolata ma anche di produrre parecchio in fase offensiva. Mi è piaciuto il modo in cui siamo stati in campo, mi sono piaciuti tutti».
Fonte: Corriere dello Sport
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