Stavolta ha preferito restare. Ma non per evitare sterili polemiche, come accadde agli inizi di settembre quando si concesse qualche giorno di vacanza in famiglia profittando della prima sosta di campionato. Tantomeno perché si fida poco dei suoi collaboratori, tra l’altro eccellenti e collaudati professionisti. Benitez è rimasto a Castelvolturno perché alla ripresa c’è l’Inter e lui vorrebbe prepararla al meglio per due ragioni ben precise: a) proseguire il buon momento che vive la squadra con tre vittorie consecutive; b) fare bella figura a San Siro dove alla guida dei neroazzurri durò meno di sei mesi, conoscendo la prima delusione della sua carriera.
Resta, quindi. E volerà a Liverpool, per raggiungere moglie e figlie, soltanto per il week end, allorché ci sarà il rompete le righe per tutti fino a martedì. Una scelta ponderata e mirata. E’ vero, mancano i nazionali ma il tecnico spagnolo ha a sua disposizione tanti altri calciatori e vale la pena sfruttare la sosta per trarne benefici. Ci sono elementi con il morale alle stelle che hanno solo bisogno di mantenere la condizione (Callejon, Insigne, Gargano, Koulibaly, Maggio); altri che sono prossimi all’integrazione definitiva (David Lopez, Zapata, Michu); altri ancora che necessitano di seguire un programma di lavoro per recuperare la forma o smaltire qualche acciacco (Henrique, Britos, Jorginho). E Benitez sa quanto sia determinante avere tutti al meglio per poter effettuare le scelte opportune in vista dell’Inter ed anche procedere con il turn over alla luce del mini-ciclo di fine ottobre (Inter-Young Boys e Verona).
S’è rintanato a Castelvolturno, quindi, Benitez anche se stavolta nessuno avrebbe osato muovere un appunto. Il Napoli è reduce da un filotto, s’è messo alle spalle il periodo buio ed ha evidenziato tanti progressi (tattici ed atletici). Ma il tecnico spagnolo ha voluto seguire da vicino gli allenamenti di questi giorni; ha messo sotto torchio chi palesa ancora qualche ritardo di preparazione; ha lasciato intendere a tutti quanto sia importante far bene con l’Inter. Campi di allenamento ed ufficio, per le riunioni con il suo staff; esercitazioni sul campo e vivisezione del prossimo avversario al videotape. Insomma, una sorta di full immersion, altro che vacanza in coincidenza con la sosta. Sempre con il sorriso sulle labbra ma con la severità di chi pretende professionalità e rispetto dopo averne dato per primo l’esempio.
Anche lo scorso campionato volle preparare a puntino la sfida con i neroazzurri. Non tanto perché sull’altra sponda ci fosse il suo predecessore sulla panchina del Napoli, quanto per dimostrare al popolo interista che quel distacco all’antivigilia del Natale 2010 fu del tutto immeritato ed ingiusto. Finì con una sonora vittoria degli azzurri al San Paolo, 4-2 (azzeccata la mossa di schierare Mertens al centro del tridente al posto di Hamsik, infortunato), ed un pareggio al ritorno, 0 a 0 (con l’inserimento di Henrique, Britos, Ghoulam e Jorginho).
Stavolta il mister-gentiluomo può presentare a San Siro un Napoli rigenerato nel fisico e nel morale, con un Hamsik in più, un Gargano che schiuma rabbia ed un Higuain a caccia del primo gol in campionato. Liverpool va bene solo per il week end, stavolta.
Fonte: Corriere dello Sport
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