Non gli è mai andato giù quel licenziamento, l’unico neo della sua carriera. Quando Benitez parla dell’Inter cambia sempre l’espressione del viso. Durò poco più di cinque mesi l’esperienza del tecnico spagnolo sulla panchina neroazzurra: dal 10 luglio al 23 dicembre del 2010. Ed ora si presenta l’occasione per una rivincita. O meglio, quella di consumare un dispetto dal momento che già nella gara d’andata il tecnico spagnolo ha avuto modo di prendersi la sua soddisfazione (4 a 2 per il Napoli). Ma battere ancora l’Inter, stavolta al «Meazza», in casa di chi gli procurò un affronto non da poco, per Benitez avrebbe un valore molto alto. Non a caso dopo il pareggio di Udine ha usato espressioni forti per stimolare il suoi ( «Ci manca la maturità e la personalità per chiudere le gare. E sono cose che non si acquistano al supermercato» , ha detto). Non a caso ha spedito un segnale preciso anche al club in vista della prossima campagna acquisti. Benitez vorrebbe un Napoli più determinato e convinto per il finale di stagione. A cominciare dalla gara con l’Inter a cui tiene in maniera particolare per poi proseguire nella finale di Coppa Italia con la Fiorentina sette giorni dopo. Per il tecnico spagnolo si profilano giorni di grande attenzione e cura dei particolari. Ai tifosi neroazzurri ed alla dirigenza interista vorrebbe dimostrare che fu un azzardo liquidarlo dopo aver vinto una Supercoppa italiana e un Mondiale per club. A quelli partenopei, invece, regalerebbe volentieri il primo trofeo (la Coppa Italia) dopo una stagione caratterizzata da alti e bassi ma anche da una serie di infortuni di non poco conto (da Zuniga, a Maggio; da Mesto ad Hamsik, a Rafael).
Il piano. In questi giorni sta cercando di tirare a lucido Higuain, magari rilanciare Zuniga e recuperare in extremis l’ultimo degli acciaccati (Callejon). Ma Benitez, abile nel preparare gare secche, tiene in modo particolare a trasmettere ai suoi le motivazioni giuste per chiudere in crescendo la stagione. Il Napoli, negli ultimi tempi, ha mostrato una certa fragilità temperamentale, alternando buone prestazioni ad altre meno brillanti. Ed è lì che il tecnico vuole incidere in vista dei prossimi due impegni. Magari senza alzare la voce ma lasciando intendere che chi non si mostrerà all’altezza del compito rischia di non far parte del Napoli del futuro.
Fonte: Corriere dello Sport
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