Il gol di Jackson Martinez gli è rimasto ancora lì, tra l’esofago e lo stomaco. «Abbiamo preso la rete dopo aver sciupato tre occasioni limpide. L’1-0 non è un buon risultato ma tra sei giorni sarà tutto diverso». Rafa Benitez guarda il bicchere da ogni posizione possibile e alla fine tira le somme: sì, è mezzo pieno. «Quello che voglio che sia pieno davvero è il San Paolo nella gara di ritorno: a casa nostra li dovremo aggredirli come noi solo sappiamo fare perché vogliamo andare avanti in Europa League».
Sarà, ma dopo i proclami della vigilia e le belle parole a voler ridare valore all’ex coppa snobbata da tutti, le sue scelte all’inizio hanno lasciato un po’ perplessi. Soprattutto in difesa. «Ma ai difensori non posso rimproverare nulla. Hanno sbagliato poco: abbiamo fallito della clamorose occasioni. Giocavamo contro una big d’Europa e venire qui, in casa del Porto, e costruire le azioni che abbiamo fatto noi non è semplice. Noi ci siamo riusciti e di questo sono contento».
È l’unica consolazione di una serata tutto sommato negativa. L’1-0 qui in Portogallo rimanda alla sfida del San Paolo ogni responso sulla qualificazione ai quarti ma ha evidenziato una superiorità dei campioni portoghesi, che escono dal terreno di gioco con parecchi rimpianti. «Deluso? Sì, per la prova del primo tempo. Ma non per la reazione nella ripresa. E nel secondo tempo abbiamo giocato con gli stessi uomini e con lo stesso modulo», dice ancora Benitez. Già, il primo tempo degli azzurri è stato particolare. Costantemente in soggezione di fronte al palleggio dei centrocampisti avversari e sempre con almeno otto uomini dietro la linea della palla, il Napoli è stato schiacciato nella propria trequarti, rischiando a tratti l’asfissia. «Non è stata una nostra scelta, nel senso che non avevamo studiato a tavolino questa tattica attendistica. Noi pensavamo che con le ripartenze saremmo stati più pericolosi. Ma devo ammettere che nei primi 45 minuti le cose non sono andate come mi aspettavo».
Il risultato è stato un primo tempo in cui è sembrata per alcuni imbarazzanti tratti la sfida tra una squadra di bambini e una di lupi. Meno male che la diga azzurra – apparentemente di cartapesta – non è crollata. «Due gol al San Paolo non sono un’impresa impossibile. Dobbiamo crederci». Il Porto ha vissuto finora una stagione travagliata. Tant’è che quella di ieri sera è la prima vittoria europea in casa della stagione (2 ko in Champions con Atletico Madrid e Zenit e due pari con Austria Vienna e Eintracht Francoforte). «Non significa nulla, il Porto è una delle squadre più forti d’Europa e noi siamo venuti qui giocando alla pari, soprattutto nel secondo tempo. Il risultato è negativo, avevo detto che in questo tipo di competizione la cosa più importante è fare gol in trasferta. Noi non ci siamo riusciti e questo peserà molto nell’impostazione del match di ritorno».
L’orgoglio di Benitez evita il precipizio. Ma lo spagnolo non si nasconde dietro un dito. «Abbiamo molte chance di passare il turno ma dopo il risultato di ieri ce ne hanno qualcuna in più loro». Dentro la follia della prestazione del Napoli ci sta pure la grande impresa, sorella gemella della devastante caduta, evitata d’un soffio. «Ma ci sono anche altri aspetti positivi: per esempio la prova di Henrique che ancora una volta non si è tirato indietro quando gli ho chiesto di giocare a centrocampo. Lui è un difensore, ma gli ho chiesto un sacrificio perché Inler non era al meglio e in quella zona del campo avevo bisogno dei suoi muscoli. Poi sa giocare anche palla al piede. Della sua serata sono contento». Con la testa è già al Torino e al campionato. «Andremo per vincere. Come facciamo sempre. Come volevamo fare anche ieri. Ma non sempre le serate girano bene», dice sbuffando e gonfiando le gote.
Fonte: Il Mattino.
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