Tra le braccia di Morfeo c’è la verità nascosta: e in quella vigilia da domatore di taccuini, con le domande che sorgono spontanee e la curiosità sulla formazione è la variabile impazzita, il Benitez in versione ironica sceglie d’armarsi di contropiede e di preparare uno scherzo del diavolo: «Parlerò con il cuscino per sapere chi gioca…». Il monologo è avviato: il sogno continua.
CURA ANTISTRESS – La Champions, lo scudetto e quelle idee meravigliose che galleggiano nell’aria: la pressione è nelle attese, nella voglia di matta di vincere (tutto), nell’ansia da prestazione d’una città sull’orlo d’una crisi euforica che Benitez governa in scioltezza. «Io penso al Milan e a lavorare, senza soffermarmi molto su altro. So che c’è bisogno di applicarsi sempre e di non pensare a ciò che si dice su di noi: siamo ancora al 72% e dobbiamo migliorare. La vittoria sul Borussia non cambia il nostro modo di essere, l’organico è forte e si allena bene e, se qualcuno non dovesse farlo, ci sarebbe pronto immediatamente il sostituto».
ENERGIZZANTE – Le luci di San Siro illuminano il passato, quel semestre in nerazzurro che sa d’incompiuta: ma in questa ora e mezza in salsa madrilena, non ci sono derby personali, né riflessioni particolari che accendono la vigilia. «Per me è una partita speciale esclusivamente perché affrontiamo un grande club, che ha calciatori di livello. Contro il Milan ho giocato due finali (col Liverpool, una vinta a l’altra persa; ndr) e un solo derby, ma riconosco il valore della società e quello della squadra: Allegri può variare, 4-3-3 o anche 4-3-1-2, però io devo concentrarmi sui miei. Sarebbe bello vincere per continuare sulla falsariga di quest’avvio di campionato».
IL MIO PIPITA – E’ una sfida d’alta attrazione, una miscela esplosiva di talenti che s’incroceranno in ogni zona del campo: è Balo contro Insigne, è Balo e Higuain… «E’ una partita tra due squadre che proveranno a superarsi, non tra i singoli. Ma io sono soddisfattissimo di Gonzalo, così come loro lo sono di Balotelli. E’ vero che noi in queste prime settimane abbiamo segnato tanto, mostrando di avere mentalità offensiva: sarà dura controllarci, perché ci sono calciatori che fanno la differenza. E attaccheremo come abbiamo fatto sino ad ora. Però anche il Milan ha uomini di qualità….».
IL GAP – Pronti, via: ma sono già cinque punti, una forbice ampia che può essere allargata e che può concedere un taglio netto ad eventuali perplessità sulla consistenza della principale anti-Juventus: «I campionati si vincono alla fine e non all’inizio. Se pure dovessimo farcela a San Siro, ci sarebbe una stagione intera dinnanzi e quella eventuale differenza non avrebbe alcun significato. E’ chiaro che il successo sul Borussia Dortmund rappresenta un messaggio, anche a livello internazionale, ma non dobbiamo fermarci e bisogna continuare così come si è iniziato. Sento parlare di Napoli favorito: è un errore, perché in sfide del genere, così dure, l’unica risposta la dà il campo».
Fonte: Il Corriere dello Sport
La Redazione
M.V.
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