Doha, Qatar: è stato bello, anzi bellissimo, e ancor s’avverte il clima euforico e contagioso che ha resistito al Natale, alle abbuffate, al Capodanno e magari pure a quest’Epifania che chissà se con qualcosa porta via. Doha, Qatar: si riparte da lì, destinazione Cesena, la sana – e però indigesta – provincia italiana.
Benitez, cosa resta di Doha?
«L’effetto benefico che noi vogliamo sfruttare, siamo in un buon momento».
Ha scritto sulla lavagna i risultati con le provinciali?
«Non ce n’è bisogno, sappiamo di aver sprecato tanto e di non doverlo fare più. Dobbiamo aver fiducia in noi stessi, usando il cuore ma anche il cervello, come nella finale di Supercoppa».
Più fiero del suo calcio o delle occasioni gettate via?
«Sono un incontentabile, come ogni allenatore, o meglio: sono un eterno insoddisfatto. Mi arrabbio perché so che abbiamo la possibilità di far sempre bene ma conosco il calcio. Non temo gli strascichi della sosta, ci siamo allenati e bene, ma serve massima concentrazione».
Sono già arrivati Strinic e Gabbiadini.
«Due tipologie diverse, c’è un giovane capace di far tante cose e bene ed un uomo che ha esperienza. La stagione è lunga, avremo bisogno di tutti: Strinic parte con noi, sta benino e dunque è a disposizione; con Gabbiadini avrò modo di parlare in questi giorni».
In trentamila per un allenamento.
«L’entusiasmo fa sempre bene e per noi è importante. Insieme si arriva lontano. Non parliamo di scudetto, di condizioni per vincerle, ragioniamo per gradi, anzi per gare: ora c’è il Cesena, poi verrà la Juventus…».
C’è una data fissata per far conoscere il suo futuro?
«Ne parleremo con De Laurentiis tra qualche mese, ora non è il momento di distrarsi. Non è scontato che vada via, questo posso dirlo; e quando ho ricevuto qualche offerta, ho risposto che sono concentrato soltanto sul Napoli».
La conquista del terzo posto può incidere?
«No, la decisione non sarà legata alla classifica. Quando io e De Laurentiis riterremo ch’è arrivato il momento buono per chiacchierare, lo faremo: ma ora dobbiamo pensare al campionato, alle Coppe».
Una richiesta al 2015.
«Vincere giocando bene. Dimostrare a noi stessi di poter battere chiunque. Noi abbiamo un vantaggio: un pubblico meraviglioso, come dimostrano quei trentamila venuti al san Paolo per salutarci».
Tra Inter e Milan, al momento, chi si è rinforzato di più?
«E’ complicato dirlo, perché quando prendemmo David Lopez c’erano perplessità e poi il campo ha aiutato a ricredersi. Io posso sbilanciarmi sottolineando le qualità di Strinic e di Gabbiadini, di Cerci e di Podolski, quattro calciatori fantastici, ma poi è l’evoluzione della stagione che può sostenere un giudizio».
Tornasse Zuniga, avrebbe un altro acquisto, aspettando poi Insigne.
«Un ginocchio va affrontato con cautela. Bisogna verificare la reazione alla fatica, agli spostamenti».
Fonte: Corriere dello Sport
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