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Benitez fa i conti con la difesa a quattro tra certezze e dubbi: sono quattro i nomi a rischio

In attesa del centrale di livello internazionale da lui richiesto (Skrtel) il tecnico del Napoli deve scegliere. Sono quattro i giocatori in bilico

Da tre a quattro. Che poi è a otto. Perché Benitez ne vuole due per ruolo, titolari entrambi, da scudetto e Champions: uno che gioca, l’altro che si scalda. Pronto.
A difesa dei sogni. Schierati. Allineati. A quattro. Sempre. Con un esterno che sale e l’altro che stringe, e i centrali che sanno far tutto, un po’ stopper (tosti), un po’ metodisti: che appoggiano l’azione, la cominciano, l’avviano. Senza mai lanciarla lunga.Manuale Benitez. Identikit precisi, profili tracciati statistiche alla mano, sagome che disegnate sembrano ritratti: di chi c’è e resta, di chi andrà via, e di quelli che Benitez ha chiesto e spera d’avere.Un mese in campo, anche più sul mercato. Si lavora per creare e trovare i quattro difensori perfetti e duplicarli. Anche se poi c’è chi tatticamente sa clonarsi, e sarebbe da blindare. Zuniga per tutt’e due le fasce. Naturalmente a destra, abitualmente a sinistra. Esterni come ali e terzini, fanno su e giù. I centrali, invece, soprattutto su. Accorciare e saltare. Squadra corta e svegli sulle palle alte.L’allenamento migliora, il mercato rinforza. Skrtel del Liverpool è la «cara», vecchia, nonché fissa idea di Benitez. Astori, la sua alternativa. Una coppia anche nelle trattative. Quattro ruoli per due: otto difensori totali. Il conto è presto fatto. E ormai anche i nomi di quelli rimasti soli, «scoppiati»: Dossena, Fernandez, Gamberini e Uvini.

ANDREA DOSSENA: Ventura lo vuole al Toro Terim e Russia chiamano
Andrea Dossena, 31 anni, è arrivato al Napoli nel gennaio 2010. Dopo due stagioni e mezzo e un’altra mezza, nel gennaio di quest’anno è stato prestato al Palermo. In totale, con la maglia partenopea ha giocato 109 gare, segnando 3 gol (Gi)
Un anno solo di contratto. Però, alle spalle, chilometri di fascia sinistra fatti su e giù, e un’esperienza internazionale che fa mercato. Che è appeal. Andrea Dossena l’opportunità per tante. L’ipotesi di chiunque o quasi in Europa cerchi un esterno mancino al prezzo giusto, buono a quattro, ideale coi cinque. Benitez lo volle al Liverpool. Ora l’ha ritrovato a Napoli e potrebbe lasciarlo andare. Questione di progetto, di contratto ormai a scadenza e valutazioni tattiche, d’organico e caratteristiche che prescindono dalla considerazione che ha del giocatore. Che resta importante. E allora Dossena sul mercato. L’idea convinta di Ventura al Torino. Un approccio, come fu anche con la Sampdoria. E poi qua e là per l’Europa. Dinamo Mosca e Rubin Kazan in Russia. Ma anche il Galatasaray di Fatih Terim. Un contatto al San Paolo prima dell’amichevole e un arrivederci ai giorni prossimi. Istanbul la nuova frontiera del mercato da esplorare. Cross di Dossena e gol di Drogba. Napoli-Chelsea che fu Champions al Bosforo. Ma nella stessa squadra.

FEDERICO FERNANDEZ: C’è la fila per l’argentino Getafe lo riprenderebbe
Federico Fernandez, 24 anni, il Napoli lo ha acquistato dall’Estudian-tes nel luglio 2011. Nel gennaio di quest’anno è andato in prestito al Getafe. In totale ha disputato con gli azzurri 28 partite, firmando 2 gol, entrambi al Bayern in Champions (Mosca)
La certezza del talento è in quella lunga fila di corteggiatori. Tutti per lui, in coda, decisi, convinti, per nulla titubanti dopo due anni di apprendistato napoletano. Federico Fernandez il pezzo pregiato del mercato. Pure se poi può andare via anche in prestito. Oneroso, ovviamente. Perché il prezzo giusto è di almeno otto milioni di euro. E la crisi è più dei portafogli che dei difensori di qualità. Spinge il Getafe. Insiste. Ed è quasi certo d’averla spuntata. Sei mesi già in prestito, ora il tentativo di replicare l’operazione, di riportarlo là, dargli una maglia da titolare nell’anno del mondiale. Fernandez al Getafe probabile. Per coincidenze di interessi ma pure per scelta. Getafe più di Catania, più del Rubin Kazan che s’é mosso con un emissario e un po’ di milioni da spendere, e più anche delle tedesche: Werder Brema, Bayer Leverkusen e Wolfsburg. In Germania non si sono dimenticati di lui. Quella notte all’Allianz Arena contro il Bayern ne fece due… Pensarono fosse un centravanti

 

ALESSANDRO GAMBERINI: Sfumata l’idea Mazzarri può accettare il Genoa?
Alessandro Gamberini, 31 anni, dopo 7 stagioni alla Fiorentina, nel luglio 2012 ha firmato un contratto biennale (3° in opzione) con il Napoli. Nello scorso campionato ha disputato 25 incontri, un gol (al «suo» Bologna), più 5 in Europa League (LaPresse)
L’idea era venuta già all’Inter, e perciò a Mazzarri. Che lo conosce più di tutti, da quand’era ragazzino alla Primavera del Bologna. E lo allenava. Alessandro Gamberini l’ipotesi, il nome abbozzato prima che uscisse fuori quello di Rolando. Sorprendentemente. C’è stato un approccio, forse un contatto, di sicuro una riflessione. Quella che sta facendo adesso il Genoa. Più convinto però. Deciso. Certo che può essere lui il difensore giusto per Liverani. Gamberini il jolly. Che si giochi a quattro oppure a tre. Ci mette il fisico. E la testa. Che svetta, alta. Più su di tanti. Un mese intero con Benitez. E sei amichevoli già giocate per farsi apprezzare, per dimostrare duttilità e utilità. Gamberini il quarto di una gerarchia in difesa che col mercato sembra continuamente cambiare, e il rischio di scalare posizioni è soltanto all’indietro. Sarebbe il passo del Gambero. Ma lui è Gamberini. E vuole giocare. Il Genoa è una possibilità.

BRUNO UVINI: Un oggetto misterioso ancora tutto da scoprire
Bruno Uvini, 22 anni, è passato dal San Paolo al Napoli il 30 agosto 2012, penultimo giorno del mercato. Ha disputato un solo match, in Europa League nel ko interno contro il PSV. Nel gennaio 2013 è stato prestato al Siena, ma non ha mai giocato (LaPresse)
Lo zero assoluto. Il vuoto pneumatico nella casella presenze. Il niente. Eppure tutto da riempire con le referenze, le relazioni di chi s’allena con lui, le certezze di chi l’ha monitorato e scelto in Brasile: capitano dell’Under 20 Campione del Mondo. Zero presenze con gli azzurri, e zero anche a Siena in prestito. Bruno Uvini ancora tutto da scoprire, capire, valutare per quel che è il suo valore. Reale. Bruno Uvini da mandare a giocare per crescere, fare le ossa, portare in campo quella sicurezza che è caratteriale. E da di dimostrare dentro l’area di rigore. Zero totale. Un anno trascorso a conoscere l’Italia e il suo calcio, diverso soprattutto per i difensori. Uvini è ora pronto. La Dinamo Zagabria un’intrigante progetto. Più di una delle tante squadre di B che l’hanno chiesto in preztito. Più di un comodo ritorno in Brasile che neanche considera. A meno che non possa lì giocare la Libertadores. Uvini da zero a cento. Può solo giocare, migliorare e prendersi il Napoli. Un giorno.

 

La Redazione

G.D.

Fonte: Corriere dello Sport

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