B come… scudetto. Bianchi, Bigon e adesso Benitez: sarà una coincidenza, ma i due allenatori tricolori della storia del Napoli avevano il cognome che iniziava con la seconda lettera dell’alfabeto. Proprio come Rafa, il tecnico di Madrid che ha fatto breccia nel cuore dei tifosi napoletani in meno di due mesi con i sorrisi, i toni pacati e, soprattutto, le cinque vittorie in cinque partite ufficiali. Ieri, ospite del programma «Tiki Taka – Il calcio è il nostro gioco», il nuovo programma di Sportmediaset condotto da Pierluigi Pardo, Benitez nonostante qualche sintomo influenzale, non ha risparmiato altri sorrisi. «Stiamo giocando un buon calcio, abbiamo giocatori che lavorano ed hanno qualità. Aver vinto a Milano è cosa importante: perché i rossoneri sono squadra davvero forte». L’allenatore spagnolo usa un’espressione quasi poetica, nel descrivere la crescita del Napoli negli ultimi venti giorni: «Tante altre piccole cose da perfezionare per vincere ancora molte altre partite. Dopo la prima rete fatta a San Siro avremmo dovuto fare un altro gol, invece abbiamo un po’ sofferto. Abbiamo cambiato la mentalità, ma Mazzarri ha fatto un gran bel lavoro: abbiamo preso giocatori di grande esperienza, per questo c’è stato il salto in avanti».
Elogia i tifosi: «Un doppio spettacolo: a Milano e a Capodichino. Ma bisogna stare con i piedi per terra: contro il Sassuolo mi attendo ancora uno stadio pieno». Soddisfatto per questa partenza a razzo del suo Napoli: «È vero, soffriamo nel finale, ma poi alla fine vinciamo. Ed è quello che più mi importa». L’Inter non è più argomento neppure di ricordi: «Per me adesso c’è solo il Napoli. Quello che è successo tre anni fa è il passato».
E Aurelio De Laurentiis, ieri intervenendo a «Il bello del calcio show» su Canale 21 ricorda l’incontro galeotto con Rafa. «Mi ha colpito durante la nostra prima chiacchierata l’enorme amore che lui prova per la sua famiglia… In quel momento ho capito che con lui mi sarei trovato in maniera meravigliosa». Il presidente azzurro spiega poi come è proseguito il corteggiamento: «Alla seconda riunione, quando il contratto non era ancora firmato, in un ristorante cinese di Londra, eravamo già a parlare di mercato. Eravamo già in una avanzata fase operativa nonostante i nostri avvocati stessero ancora definendo i dettagli dell’accordo. Ma per capire che era l’uomo giusto per il Napoli ci ho messo esattamente due secondi». Il patron azzurro spiega anche che «magari non sembra, ma Benitez è uno che parla poco, di sicuro meno di me».
Si ritrova al primo posto in classifica, gli stessi punti della Roma e a punteggio pieno come non capitava dai tempi di Maradona. «Non mi sorprende vedere i giallorossi andare così bene. Già questa estate quando ho visto Garcia inquietarsi per alcune faccende, ho detto a Bigon: ”questo ha gli attributi”. Mi pare che non mi sono sbagliato. La Roma sta andando bene, nonostante le partenze di Marquinos e Lamela: quest’ultimo lo volevo, ma non intendevo spendere più di 12 milioni. È andato via per 18». Parla di Zuniga: «Resta sicuramente: Mazzarri lo usava in maniera diversa ed era più spettacolare, con Benitez è utilizzato in una difesa a quattro ed è tutto diverso». Spiega che «solo dopo aver visto Zapata in attacco, si penserà di prendere un altro vice-Higuain nel mercato di gennaio, il mercato del Napoli è aperto dodici mesi su dodici» e aggiunge: «Oggi siamo sicuramente più forti e più completi – ha detto il presidente del Napoli, rispondendo alla domanda sugli acquisti fatti quest’anno – Reina è un grandissimo portiere. Aveva studiato a fondo il modo in cui Balotelli tira i rigori ed è stato bravissimo a pararlo».
Fonte: Il Mattino
La Redazione
G.D.S.
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