Riflessioni. Però ora ch’è Europa League, andrà afferrata (al volo) la qualificazione, per rilanciarsi sul campionato, sulla Fiorentina, sul Napoli di sabato scorso, e vivere quella scia d’euforia contagiosa che benefici ne concede. «Io so come va il calcio: se gioca Insigne, si chiede Mertens; se gioca Mertens, si chiede Insigne. E so che sono stato massacrato per aver detto che uscire dalla Champions, nel caso, non sarebbe stata una tragedia. So anche che stiamo facendo le cose giuste, che i risultati arrivano attraverso il gioco e noi vogliamo riuscire a vincere divertendo. C’è stato un momento in cui ci sono mancati i gol di Hamsik e di Higuain, ma li abbiamo ritrovati; ci sono state giornate in cui i migliori in campo sono stati i portieri avversari, ma adesso segniamo e riusciamo a fare ciò che sappiamo. C’è stata delusione nella gente ed è giusto, com’è giusto che loro parlino di scudetto. Io non lo faccio, ma non ho paura». Perché la vita (del Napoli) è adesso, un orizzonte azzurro («macchiato» qua e là di striscia verdebiancorosso).
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