La parola al cuscino: il depositario delle verità, ma anche dei sogni (diamine, probabilmente pure degl’incubi) che Rafa Benitez (ovviamente) tiene per sè. E allora, ricapitolando, minutaggio alla mano, conoscenze più o meno espresse nel corso della stagione, si proceda: per intuizione, per induzione, per caratteristiche, per ciò che racconta l’avvio, per ciò ch’è stato nel recentissimo passato, per quello che ha imposto il destino, che ha spedito in infermeria prima Zuniga, poi Mesto e infine Hamsik. Non c’è Reveillere, non può esserci, non c’è spazio per tre dei ventuno convocati (Uvini, Bariti e il terzo portiere Colombo): i diciotto per la distinta si possono desumere, poi bisogna lasciarsi andare alla riflessione notturna (e mica solo a quella), prendere in analisi la rifinitura (?) e comunque rileggere la sfida con il Parma e quello che ha suggerito.
OLTRE MAREK – C’è un’incognita: però serve gente che sappia correre e recuperare, dunque un uomo che garantisca anche copertura, non soltanto incursioni. Serve, insomma, il profilo di Blerim Dzemaili, che in realtà ama (amerebbe) fare il regista, che ha fatto (e molto bene) il trequartista, che sa scegliere i tempi giusti per «evocare» Hamsik, che però ha pure il passo, la gamba e la vocazione ad andare ad irrobustire la mediana, magari scalando al fianco di Inler, fungendo dunque da terzo di sinistra della zona nevralgica. La versatilità del «terzo svizzero» consente di rimodellare il Napoli, lasciandolo nella versione assai amata da Benitez, con il 4-2-3-1 che dà identità offensiva, però garantendosi anche la fase di non possesso con la rielaborazione d’un 4-3-3 per nulla rinunciatario, pronto ad avere in Callejon e Mertens gli esterni dal passo rapido pronti a far male.
E POI – Intorno all’unica, autentica perplessità, si concentrano le attenzioni: il resto è applicazione allo sviluppo della manovra dell’avversario, discussione sull’atteggiamento, la strategia sulle palle inattive, l’ateggiamento per non lasciarsi schiacciare ed essere sempre abbondantemente propositivi nel ripartire, avendo davanti campo (ma non tanto, non troppo). Ballottaggio in difesa: Britos in vantaggio su Fernandez (come all’andata). Ballottaggio sull’esterno offensivo: Mertens d’un filo davanti a Insigne (a differenza dell’andata). Ma gira e rigira, chi si traveste da Hamsik: Dzemaili, più di Pandev, più di Insigne. A meno che il cuscino…
Fonte: Corriere dello Sport.
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