La tranquilla determinazione di Benitez, una specie di Carlo Ancelotti spagnolo, sorprende ogni giorno. Rafone spopola in città, dove cominciano a spuntare le prime foto dei tifosi sottobraccio al tecnico spagnolo che non dice di no a nessuno e mostra sempre un sorriso radioso. Poi tra una escursione al Cristo Velato e un’altra nel palazzo Reale, tra un blitz alla Città sotterranea e un altro a Pozzuoli a cerca della casa ideale, trova il tempo per una lunga intervista al quotidiano spagnolo Cadena Ser dove si diverte a pungere Mourinho (deve essere la sua vera ossessione la rivalità con lo Special One) e a parlare del presente tinto d’azzurro. «Sono felice di stare qui a Napoli, c’è tanta aspettativa e il presidente sta facendo un grande sforzo economico. Abbiamo avuto la ”fortuna” dei soldi di Cavani per migliorare la struttura del club, la rosa ed il suo calcio, stiamo lavorando con quest’idea».
Aziendalista ovunque sia andato, mostra di essere in perfetta linea con lo scelte del presidente De Laurentiis: «È un valore aggiunto lavorare in un club che non ha debiti e che rispetta il fair play finanziario». Non teme il paragone di questo Napoli con quello di Maradona: «Ripetere ciò che ha fatto l’argentino sarà difficile. Anche se ai suoi tempi per vincere il campionato bastavano 14 giocatori mentre adesso non è più così. Il nostro obiettivo è migliorare la rosa, perché sia forte non solo quest’anno ma anche per il futuro, grazie a giocatori di 25 e 26 anni».
Paragona questo Napoli al suo Liverpool: «Quando arrivai al Liverpool era per loro difficile classificarsi tra i primi quattro. Riuscire a vincere la Champions nella prima stagione, vincere quattro titoli, giocare tre finali, migliorare il record di punti del club non è stata cosa semplice».
Tanti giocatori spagnoli nella rosa, il suo marchio di fabbrica: era così anche nei Reds. «Aver allenato tante squadre rende più facile parlare con i giocatori e portarli nella tua nuova realtà. Ci sono giocatori spagnoli che nelle loro squadre non sono tanto protagonisti e qui possono continuare la loro crescita. Higuain, ad esempio, è un calciatore di livello assoluto che qui ha finalmente l’opportunità di essere il più importante del gruppo». Ammette che Reina è stata una sorpresa «perché stavamo cercando di prendere Julio Cesar e, all’improvviso, un agente (Quilon, che poi è il suo stesso manager, ndr) ci ha detto che Pepe era disponibile» e che mai si sarebbe sognato di soffiare all’Arsenal il Pipita: «Higuain è stata un’operazione fantastica: ne parlai con il presidente un pomeriggio ed la mattina successiva mi disse che era in contatto con il Real ed avrebbe proseguito. De Laurentiis ha una grande capacità di convincimento e parlando con Higuain si è accorto che aveva la stessa nostra voglia di far bene è questo è stato decisivo». Non solo Higuain: dal Real, in precedenza erano arrivati anche altri due spagnoli, Albiol e Callejon: «Prima il Napoli non aveva possibilità di comprare giocatori del Real Madrid, più calciatori di livello arrivano e più le possibilità che li seguano altri aumentano. Ora proveremo a comprare un attaccante al livello di Higuain». La stoccata a Mourinho: «Basta guardare le partite di Coppa ed i turni ad eliminazione diretta in cui ci siamo affrontati e si scoprirà il perché di questi problemi. La sconfitta, spesso, brucia»
Fonte: Il Mattino.
La Redazione.
D.G.
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