Dalle facce strane e curiose di Klopp alle bermuda di Benitez, bermuda che fanno tanto Maldive mentre qui siamo sotto zero e fa un tempo da schifo. Tutto serve, davanti ai giornalisti, per alleggerire la tensione di questa vigilia, ben più complessa per il Borussia che per il Napoli. Rafa è un combattente e con quelle stesse bermuda va in campo a dirigere l’allenamento. I giocatori sono imbacuccati, lui ha bisogno di mantenere la mente fresca per stasera. Non si è mai seduto sulla panchina del Westfalenstadion, ma dopo 101 partite (preliminari comprese) in Champions, la numero 102 può rappresentare un’altra svolta. Deve portare il Napoli verso una dimensione ancora sconosciuta, deve scoprire lui per primo se questa squadra ha la stessa grandezza del suo vecchio Liverpool, se ha quella stessa originalità, o se invece il lavoro è ancora lungo. «Giocare contro il Borussia una partita fondamentale almeno per loro, sarà difficilissimo. Per questo il nostro atteggiamento dovrà essere quasi perfetto», spiega Benitez, qualche minuto dopo che il suo collega Klopp, seduto al suo posto, ha riso, scherzato, fatto facce strane, facce curiose e facce buffe. Rafa, bermuda permettendo, appare in tutta la sua sobrietà. E non è una questione di atteggiamento, ma di sostanza.
IL PRODOTTO DA FINIRE – Gli ricordano la frase che Conte aveva pronunciato l’anno scorso dopo la sconfitta della Juve proprio qui in Germania, a Monaco: “Nessuno mi può chiedere di costruire un grattacielo con la paletta e il secchiello”. Poi la domanda: lei che ha già vinto la Champions, come l’affronta sapendo che quel grattacielo resta impossibile da costruire? La risposta di Rafa è interessante perché spinge il Napoli verso un confine ancora da esplorare. «Noi siamo consapevoli del nostro livello e del livello delle nostre avversarie, ma se in passato sono arrivato al successo è perché ho pensato a una partita dopo l’altra, mai a tutte insieme. Adesso, col Napoli, non sappiamo dove possiamo arrivare, io credo lontano, ma non so quanto lontano. Siamo ancora all’inizio di un progetto, di una fase di crescita. Il primo anno di Liverpool abbiamo vinto con una squadra nuova che poi ha avuto la possibilità di giocare un’altra finale. Qui ancora non possiamo sapere quanta strada abbiamo davanti». Ma la strada è indicata: una partita per volta, perché Rafa sa che il Napoli può arrivare comunque lontano. Se ancora non si può fissare un obiettivo, si può preparare una strategia.
VINCERE IN GERMANIA – Per la gara di stasera la strategia è difendersi bene e l’obiettivo è pareggiare, ma sarebbe ancora più entusiasmante battere il Borussia sul suo campo. Nelle nove trasferte di Coppa in Germania, il Napoli non è mai tornato a casa con una vittoria. «Parliamo del Borussia, di un avversario del massimo livello, un avversario che si è guadagnato il rispetto sul campo. A me piace giocare questo tipo di partita, solo così possiamo mostrare il nostro livello». Se ne sta rintanato solo quando l’argomento è la formazione. «Mertens? Dzemaili? Tutti hanno la possibilità di giocare. Un cambio di modulo? Non conta quello che facciamo sulla lavagna ma quello che facciamo sul campo». Però alla fine esce fuori un’idea sul tipo di partita che sta pensando. «Al Borussia manca quasi tutta la difesa, ma anche noi abbiamo perso Mesto, Zuniga e Hamsik. Dobbiamo lavorare con attenzione sulla fase difensiva e fare bene la ripartenza». E ne dà un’altra, di indicazione, sull’impatto che il Napoli deve avere sulla partita, visto che contro le grandi, come Juve e Arsenal, non è stato dei più felici. «Però abbiamo giocato tante partite al massimo livello, me ne ricordo almeno tre, compresa la Champions League. E’ chiaro che qui a Dortmund dovremo raggiungere di nuovo il punto massimo come attenzione fin dall’inizio della gara». Appena un sorriso sulla battuta fatta sul conto dell’arbitro, madrileno come lui. «Non parlo degli arbitri. Carballo è un arbitro internazionale e basta». Ci fosse stato Mourinho, dall’altra parte, ne avrebbe fatto un caso, anche questo internazionale. Per fortuna siamo in una vigilia dai toni sobri.
Fonte: Corriere dello Sport.
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