Rafa Benitez è contento solo in parte del pari strappato alla sua prima squadra italiana: ne riconosce il valore in assoluto, non può fare a meno di sgranare i rimpianti. «A San Siro – dice -, contro un’Inter fortissima, lo zero a zero non è un brutto risultato, però rimangono due punti persi: il primo tempo è stato equilibrato, nella ripresa abbiamo avuto molte occasioni per vincere» .
Personalità. Il Napoli, di sicuro, ci ha provato: «Abbiamo fatto tanto possesso, inseguito il successo con personalità: ripeto, i nerazzurri sono fortissimi e giocano una volta a settimana» . E’ mancato solo il gol, forse sarebbe servito un pizzico di cattiveria: «Può darsi, ma l’importante è costruire: il nostro attacco è il terzo del campionato, detto questo si può sempre migliorare. Io cerco equilibrio e la squadra ha fatto bene nelle fasi difensiva e offensiva: gioco sempre per segnare, ma sono comunque contento per quanto fatto. Certo, a volte arriviamo in ritardo a chiudere e dobbiamo lavorarci: invece di tirare, abbiamo cercato troppo il compagno» .
Valutazioni. Il Napoli è in ansia per Higuain: «Il dottore mi ha detto che ha un forte trauma contusivo, dovremo aspettare due o tre giorni per saperne di più in vista della finale di Coppa Italia: io, però, sono ottimista» . L’appuntamento di Roma occupa già i suoi pensieri, colora i sogni di Napoli: «Una finale è sempre speciale e vincere un titolo al primo anno sarebbe importante. La Fiorentina, però, pensa lo stesso…» . Il suo bilancio rimarrebbe comunque positivo: «Siamo una squadra giovane che ha cambiato tutto, abbiamo fatto cose importanti. Per fare le valutazioni, bisogna analizzare il fatturato: tutti diranno che parlo sempre di questo, ma se altre squadre hanno più soldi noi dobbiamo fare un mercato buono per rinforzarci, adesso è presto ma chiaramente due o tre calciatori serviranno. Cosa fare per ridurre il gap dalla vetta? Un campionato dipende molto dagli episodi e dalle motivazioni» .
Amici. Sul fatturato si sofferma, spiegando che incide sul lungo termine ma non può pesare su una finale secca: «Fa la differenza in un campionato o in dieci anni, perché puoi comprare i giocatori più cari o ingaggiare parametri zero a cinque milioni a stagione. In una partita, in una finale, è diverso. Discorso semplice, che qualcuno non capisce: se io ho una casa da un milione e voglio comprarne una da due ma non ho i soldi, vendo la mia e la compro. Se ho i soldi la compro e basta, tengo la mia e così ho due case» . Spiega infine l’esclusione di Hamsik ( «I trequartisti schierati s’erano allenati molto bene» ), commenta il suo ritorno a San Siro ( «Mi ha fatto piacere vedere tanti amici, ma mi sono concentrato sulla gara» ) e dedica un pensiero a Tito Vilanova: «Non ci ho mai giocato contro, ma so che si trattava di un grande professionista. Sono vicino alla sua famiglia» . Poi via, verso il charter: «Comincia la settimana più importante…» .
Fonte: Corriere dello Sport
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