INVIATO A UDINE – Por qué? Le domande che t’aspetti piovono da ogni angolo d’un Friuli avvolto nelle ombre di un’ora e mezza da shock: azzurro tenebra, verrebbe da dire, e non basterebbe a rappresentarlo lo scenario d’una mestizia ch’è nei fatti. La seconda sconfitta consecutiva (in campionato), la terza stagionale, con la Juventus e la Roma già così lontane e gli spifferi d’una crisi ch’è nei fatti, nei numeri. E poi: fuori Callejon e Mertens, fuori Inler e Hamsik, fuori il Napoli dal suo guscio, dalla sua consistenza. Por qué?
Benitez, tornasse indietro rifarebbe tutto?
«Abbiamo scelto in base a parametri inevitabili. Abbiamo valutato la condizione fisica dei singoli, pensavamo potesse bastare per vincere questa partita. E in realtà doveva bastare».
Una rivoluzione.
«Inler aveva avuto la febbre, gli altri rischiavano di pagare lo sforzo di giovedì e delle gare precedenti. E Insigne poi ha avuto i crampi. Era una partita sotto controllo che avremmo dovuto soltanto far nostra, perché c’erano le condizioni per riuscirci. Ma invece abbiamo sbagliato».
Tanto, ovunque.
«Questo tipo di partita va vinta e per me era sufficiente riuscire a farlo con quei calciatori, intervendo su una serie di cambi che avrebbero dovuto premiarci egualmente. Vuol dire che il nostro lavoro deve continuare, su vari livelli: innanzitutto sulle palle inattive».
Non è stato troppo intervenire in difesa, a centrocampo, tra le linee?
«Una scelta ragionata e razionale. Per 70 minuti circa abbiamo avuto il possesso della palla, abbiamo fatto noi la partita e non abbiamo mai rischiato. Mai. Avremmo dovuto fare altro in fase offensiva, ma non si posso perdere gare del genere».
Questo stravolgimento radicale ha inciso anche sulla testa?
«Abbiamo un organico ricco, con dei calciatori che possono avvicendare altri. E’ stata questa l’analisi che ho fatto, oltreché riflettere sulla fatica dei giorni precedenti e sugli impegni che verranno».
Non semplice trovare una sola causa, ci provi lei: cosa vi è mancato?
«La grinta in attacco. Dobbiamo creare di più, dobbiamo mettere Higuain in condizione di poter concludere, dobbiamo essere cinici, cattivi. Io ora posso solo sentirmi amareggiato per un ko che non ci sta, perché loro hanno fatto un solo tiro nello specchio della porta e ci hanno castigato. Sull’unica leggerezza: una palla morbida, che spioveva dalla trequarti. Mi spiace aver subito un gol di questo tipo».
Guardare la classifica, ad un tifoso del Napoli, non conviene.
«C’è un solo aspetto positivo: si rigioca immediatamente ed abbiamo il dovere di rialzarci in fretta. Dobbiamo credere in noi stessi. Contro l’Udinese la squadra è stata quasi perfetta la fase difensiva, c’è scappata quella leggerezza, ma non avevamo lasciato loro mai la possibilità di concludere».
Ha chiesto sostegno alla gente, comprenderà la loro delusione?
«E’ anche la mia e so bene che dopo un risultato del genere non si può essere soddisfatti. Ma abbiamo perso una gara che era nelle nostre mani, che avevamo gestito. Non riuscivamo a creare pericoli, vero, però avevamo colpito un palo e prima che segnasse l’Udinese avevamo avuto due occasioni. Da non credere».
Fonte: Corriere dello Sport
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