Raramente lo si era visto così turbato. E raramente aveva mostrato lo sguardo tanto rabbuiato. Benitez ha un diavolo per capello. Fatica non poco a conservare la calma. Risponde alle domande dei cronisti ma si vede che ne avrebbe fatto volentieri a meno. Il tecnico spagnolo liquida le risposte in poche battute. Parla soprattutto di regali fatti alla squadra avversaria, di errori commessi in occasione dei gol subiti, di intensità che è venuta meno nel momento topico della partita rispetto all’avvio che lasciava bene sperare. Comincia con i regali e ripete fino alla noia: «Avevamo la partita in pugno e ce la siamo lasciata sfuggire per una serie di errori commessi un po’ da tutti. Errori dei singoli e di reparto. Dopo tanto lavoro fatto in settimana proprio in funzione di questa partita, veder commettere degli errori fa rabbia. Dopo tre gare in cui avevamo fatto bene e trovato certi equilibri, siamo calati di intensità e il Cagliari ha trovato vita facile. Noi sapevamo che loro fuori casa non mollano mai e avremmo dovuto stare più attenti». Regali ed errori mentre il suo Napoli perdere per strada altri due punti preziosi. Rischia di trasformarsi nel campionato dei rimpianti, il secondo di Rafa sulla panchina partenopea. «Avevamo la gara sotto controllo ma avremmo dovuto chiuderla segnando il terzo gol e non l’abbiamo fatto. Poi nel secondo tempo non siamo stati capaci di gestire e di riprendere in pugno la partita. Mentre loro prendevano sempre più fiducia nelle ripartenze e alla fine sono riusciti a salvaguardare il tre a tre», spiega l’allenatore. Errori, calo di intensità e poi «la perdita dell’equilibrio tra i reparti. Sappiamo che dopo la sosta questo può succedere. Ecco perché ho dato spazio a chi era rimasto con noi. Henrique aveva lavorato bene accanto a Koulibaly e De Guzman si è comportato così come gli avevo suggerito. L’ho tolto poi perché accusava un dolore al collo e ho inserito Britos per dare più copertura e sganciare Ghoulam sulla fascia».
Cosa non va – Ma quello che non avrebbe funzionato a parere di Benitez è stato il lavoro di squadra. Non tutti l’avrebbero fatto e non tutti hanno rispettato le consegne della vigilia. Il tecnico non si sofferma sugli errori difensivi, o meglio sostiene che attaccanti e centrocampisti avrebbero dovuto interpretrare meglio la fase passiva: «Quando si creano dei vuoti, quando si perdono gli equilibri è perché gli attaccanti non ripiegano come dovrebbero. La mancanza di intensità comincia dall’attacco e si chiude in difesa. Oggi non abbiamo aiutato il reparto arretrato come in altre occasioni. E’ vero, mancava Insigne che lo stava facendo così bene ma avremmo potuto fare ugualmente con più sacrificio da parte di tutti. E invece la squadra si è sfilacciata e il Cagliari ha avuto vita facile nelle ripartenze». Zeman a fine partita ha detto che al Napoli manca un regista, Benitez ha risposto in tv un po’ piccato: «Preferisco parlare io in prima persona della mia squadra e non commento quello che dicono gli altri del Napoli».
In cerca d’autore – Anche lui sta aspettando il vero Hamsik: «Io sono sempre contento dell’atteggiamento di Marek in campo, è chiaro che stiamo aspettando tutti che torni quello di una volta. Magari riesce a fare qualche gol e si sblocca».
Futuro – Non vuole parlare di futuro. E neanche di mercato: «Io penso al campionato e alla prossima partita a Praga. Del resto parlo spesso con il presidente e con Bigon di quello che dobbiamo fare. Per il mercato lavoriamo ogni giorno su certe possibilità ma dovremmo deciderne anche con il presidente». Infine, sull’errore di Koulibaly: «E’ stato uno sbaglio di concetto, voleva giocare quella palla invece di spazzare via. Ma anche un errore di tutto il reparto. Dovremo correggere queste cose e lo si può fare solo lavorando».
Fonte: Corriere dello Sport
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