Scurdammoce ‘o passato… Le ombre che si allungano, minacciose: però quello rappresenta ciò ch’è stato recentemente, un mese attraversato con l’insostenibile pesantezza del non essere se stesso. E mentre intorno c’è il silenzio, il vuoto che avvolge, il richiamo alle origini, alla propria identità, è una vocina che scuote la coscienza del Napoli e l’invita a rialzarsi. «Bisogna vincere. E ripartire». Il San Mamés, il Chievo, l’Udinese e infine il Palermo: ci sono macerie psicologiche che vanno rimosse aiutandosi, scrollandosi da dentro la malinconia, dimenticando l’amarezza, prendendo a spallate quella sensazione di amarezza che travolge: è Sassuolo-Napoli, è ormai un’altra «vita», da vivere a modo proprio, correndo in avanti – come una volta – per lasciare il più lontano possibile il ricordo inquietante di pomeriggi e serate dannose alla salute.
«Ragazzi, noi siamo quelli…». Quelli che presero a sberle il Borussia Dortmund, quelli che fecero 78 punti e vinsero la coppa Italia, quelli delle quattro vittorie – ahiloro – inutili in Champions, quelli dei centoquattro gol e di una dimensione internazionale: quelli che Rafa Benitez ha «educato» ad un calcio europeo improvvisamente smarrito e ora reclamato, senza urlare, perché per farsi ascoltare non è necessario, in uno stanzone nel quale il Napoli è sfilato per confrontarsi con il proprio allenatore.
CAMBIARE. Però dentro, innanzitutto: nella testa, ancor prima che in uno schema ch’è quello con il quale s’è esaltata la «verticalità» d’un Napoli capace di far male a chiunque, tranne che alle piccole, come in paradossale copione scritto a più mani. E invece, sono sempre le stelle, tranne qualcuno: dunque, magari un giorno, chissà quando, si potrà anche pensare al centrocampo a tre, però la matrice della felicità dell’anno scorso è in una identità forte, caratterizzata.
«Ma ora non conta nient’altro che vincere e questa per noi è la partita più importante. Sappiamo chi siamo e cosa vogliamo, sappiamo di dover lavorare e abbiamo anche fatto un allenamento in più, rispetto a quelli previsti. Dobbiamo migliorare la fase difensiva e ritrovare la serenità e la fiducia in noi stessi: per farlo, servono subito i tre punti».
AVANTI. E’ praticamente inutile star lì a «fracassarsi» la testa sulla Champions e su quel che s’è irrimediabilmente perduto e la svolta va colta in fretta, a Reggio Emilia, in un Sassuolo-Napoli preparata al video e chiacchierando molto, con chiunque, per cercare di leggere le motivazioni d’un malessere che ha lasciato una scia di malinconia e punti per strada. «Ho detto in questi giorni che la squadra sta bene e che meritava di più: i risultati ci hanno tolto la fiducia ed il risultati dovranno riportarcela.
Con il Palermo abbiamo avuto tre occasioni sul 2-1 e ci stava un rigore, ma nessuno ne parla. Ora bisogna essere concentrati, attenti e recuperare l’equilibrio: io non penso ad un filotto di vittorie di cinque partite, io ora ho solo il Sassuolo in testa. E vado ad affrontarlo con questa squadra che ha fatto così bene nella passata stagione e può continuare a farlo. Ci vado con assoluta tranquillità, perché sento De Laurentiis spesso ed avverto il suo sostegno». Perché c’è poi un passato che non va dimenticato: do you remember, Napoli?
Fonte: Corriere dello Sport
Condividi:
- Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per condividere su Ok Notizie (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per inviare un link a un amico via e-mail (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pinterest (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pocket (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Tumblr (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su LinkedIn (Si apre in una nuova finestra)
- Altro