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Benitez bussa alla porta

L'altro sogno di De Lanurentiis per la panchina è Allegri

The winner is: ma chi può dirlo, sino a certificazione avvenuta? Però nell’aria c’è profumo di Londra (sponda Chelsea) e anche di Spagna: c’è la sagoma di Rafa Benitez che ondeggia e pare garantire sicurezza, ci sono valutazioni sparse qua e là e considerazioni mescolate che inducono a crederci.
La panchina è il primo tormento di un anno che ricomincia in fretta, perché non ci sarà tempo da perdere, manco più un secondo: e tra le perlustrazioni, in questo gioco senza frontiera, c’è un uomo solo al comando di ogni graduatoria di merito, la sua figura è autorevole (e anche aristocratica) il suo curriculum pesa.

PERCHE’ SI’ – La Liga vinta con il Valencia, la Champions conquistata con il Liverpool, l’Europa League afferrata con i capelli sulla panchina del Chelsea: e, dietro ogni successo, storie particolarissima, che testimoniano la tempra d’un allenatore che piace a De Laurentiis e a Bigon, che ha mostrato di sopportare benissimo qualsiasi ombra (quella di Mourinho, ad esempio) o di reagire a partita in corso e rimediare splendidamente (la finale con il Milan, da 0-3 a 3-3). Insomma, ce n’è di materiale sul quale cullarsi, ripensando al prifilo elevato d’un uomo al quale concedere una eredità pesante assai e però governabile.  L’indizio che sa di prova è nelle frasi rilasciate da Manuel Garcia Quillon, agente d’un allenatore che ha estimatori ovunque: «ma la considerazione che Rafa ha di Napoli, del Napoli e dei suoi tifosi è alta» .
Si può dunque fare e ora bisognerà capire se e quando si farà, essendo le agende del tecnico e quella di De Laurentiis e Bigon già colme di appuntamenti: ma l’argomento centrale galleggia intorno alla panchina e la precedenza, of course, è scotarta.

PERCHE’ NI – Ma le insidie vivono quotidiamente e Benitez ha un suo mercato specifico, ha estimatori che possono indurre in tentazioni, ha offerte che possono deviare il corso: quando verrà il momento di parlarne, e dunque a breve, sarà chiaro il quadro internazionale, si saprà (ad esempio) cosa vorranno fare di se stessi il Monaco e il Psg, e al madrileno ch’è padrone di cinque lingue sarà chiesto di scegliere, serenamente. 
PERCHE’ ALTROVE – Ma in regime d’ncertezza non si può avere una sola scelta in testa e il Napoli ha riflettuto, eccome: Francesco Guidolin ha ricevuto messaggi subliminali paragonabili ad un contatto vero e proprio, ha preso atto della stima di De Laurentiis (e di Bigon che per lui stravede), poi ha lasciato decantare con una chiusura a metà: «Io vorglio restare a Udine, se la società lo vorrà»
E allora: se il Napoli volesse decidere d’insistere, di puntare sul made in Italy, la parola passerebbe a Giampaolo Pozzo, molto più di un collega di Aurelio De Laurentiis, un amico della prima ora, sin da giorni dell’acquisizione del club dal Fallimentare.
La terza via riporta in Inghilterra ma sempre d’Italia sa e tiene caldino Roberto Di Matteo, il traghettatore del post-Villa Boas (anche lui nel mirino della società azzurra per il futuro) capace di vincere la Champions, prima di scoprirsi esonerato e di ritrovarsi ul mercato. Gli innamoramenti, nel calcio, raramente registrano distacchi ideologici: a De Laurentiis (che venerdì dovrebbe volare a Londra per seguire la finale di Champions League in programma sabato, ma si parla anche di un blitz già oggi, obiettivo Benitez) è scoppiata la passione per Allegri un bel po’ di anni fa, ancor prima che il livornese vincesse lo scudetto, e la gestione del triennio milanista ha rafforzato la considerazione del presidente partenopeo nei confronti di un allenatore con il quale c’è stato modo (recentemente) di confrontarsi su vari tempi. Suggestioni di maggio, ma chi può vietarsele?
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
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