Meglio cinguettare un po’, come i fidanzatini di Peynet: e però mentre intorno c’è il clima del d-day, la fumata azzurra che s’intravede all’orizzonte preannuncia lo sbarco d’una star della panchina che cento ne pensa e un’altra ne inventa. Fatta, teoricamente fatta: perché in quell’universo avvolto nel mistero più fitto bisogna andare a leggere i messaggi subliminali trasmessi silenziosamente, i segnali d’un firma che ormai è nell’aria e di un annuncio per il quale basta un niente, centoquaranta caratteri o giù di lì. «Saprete tutto attraverso il twitter della società». Così parlò De Laurentiis e così sarà: affinché il calcio del Terzo Millennio resti abbracciato teneramente allo sviluppo tecnologico. Si scrive Rafa o anche Benitez, tanto basta una parola – una soltanto, il nome o anche il cognome – per presentarlo al Napoli che sarà suo, due anni almeno, la sintesi d’una trattativa lampo, avviata con il blitz di lunedì a Londra e tecnicamente chiusa quarantotto ore dopo, in una full immersion in cui si è sceso nei particolari – contrattuali, naturalmente – e si è parlato (infine) di soldi, argomento tralasciato nella presa di contatto e ridotto praticamente a dettaglio di un’unione che di fatto è nata spontaneamente ed anche immediatamente.
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