E se l’estetica rimane sfigurata dal freddo, dall’erba, dalle assenze, da situazioni oggettive, il senso pratico della vita viene «esaltato» da un pareggio in stile italiano, «legittima» difesa e tentativi (rari) di contropiede per sfidare il freddo, per starsene ancora in giro per l’Europa (League) e restarsene in una dimensione da sognatori. Il brutto che piace, insomma.
Benitez, qual era il copione?
«Studiare lo Sparta Praga e frenarlo nel primo tempo; poi provare a vincere o andare a vincerla nel secondo tempo. Ma non sempre i piani sono perfetti o realizzabili e allora ci accontentiamo di quello che ha detto il campo: siamo ai sedicesimi di finale della Europa League e abbiamo avuto risposte importanti da alcuni calciatori».
Vi sono mancati gli spunti e, si direbbe, anche una certa propensione offensiva.
«Abbiamo perso, alla fine, anche De Guzman, che ha avvertito problemi al collo; e ci siamo trovati in quella che definirei emergenza, perché altre assenze stiamo fronteggiando. Per una volta, possiamo gustarci il risultato».
Come si definisce un Napoli così: controllato, insolito, innaturale?
«Non saprei, però so che avevamo cominciato bene e per almeno un quarto d’ora non mi era dispiaciuto l’impatto sulla gara. Poi è diventato tutto complicato, anche perché il campo non ha aiutato. Ma volevamo qualificarci con una giornata di anticipo e non subire gol: ce l’abbiamo fatta e possiamo sentirci soddisfatti, almeno su certi aspetti».
In difesa, segnali incoraggianti (complice la sorte).
«Siamo stati bravi nell’andare a fronteggiare chiunque e ovunque. E Albiol, tanto per fare un nome, s’è anche spinto sui corner per cercare di dare un sostegno sulle palle inattive. Le impressioni collettive inducono all’ottimismo: non ci esaltiamo, perché sappiamo che c’è da lavorare, ma uscire da questo stadio imbattuti è un bel segnale».
Fuori casa, in Europa, non riuscite a essere voi stessi: è successo nella passata stagione (tranne che a Marsiglia) e sta accadendo ancora.
«Però siamo stati capaci di qualificarci ed era questo l’obiettivo della serata. Le condizioni climatiche, le assenze di Insigne e di Mertens, rappresentavano elementi preoccupanti. Invece, ce l’abbiamo fatta».
Hamsik in ombra per un’ora e poi meglio nel finale….
«Io so bene che dietro la punta sa fare meglio e sa dare di più, ma in questo momento abbiamo bisogno di lui sull’esterno. Devo dire che personalmente mi ritengo soddisfatto di Marek».
Ha provato ad alternarlo con Callejon, per coprirsi meglio in certe fasi e soprattutto a sinistra.
«Avevamo qualche difficoltà su una delle due corsie, ma sostanzialmente sono state situazioni passeggere, avendo poi trovato, soprattutto nella ripresa, le contromisure».
La rivincita di Rafael si potrebbe dire.
«Per un portiere, uscire dal campo con la porta inviolata è una soddisfazione. Io sono contento della prestazione sua e anche di quella dell’intero reparto».
Non resterà una partità memorabile.
«Non sempre si può fare quello che si vuole. E non era agevole giocare su questo campo: non cerchiamo alibi, ma per noi che palleggiamo quel terreno di gioco ci ha creato qualche difficoltà».
Fonte: Corriere dello Sport
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