AVANTI. Il poster della stagione è affisso alle pareti dell’anima e in quei novanta minuti c’è la sintesi o il graffito, fate voi, di ciò che può essere il Napoli di Benitez, c’è la geometria degli schemi e la varietà dell’interpretazioni, c’è la natura (offensiva) e però pure qualche divagazione (difensiva) da rimuovere. «Intanto, dobbiamo archiviare la vittoria con il Verona. Loro hanno bisogno di punti, bisogna essere pronti mentalmente: voglio che tutti siano al cento per cento. Con la Roma sarà una sfida importante, ma noi dobbiamo pensare solo all’Atalanta. Lo faremo a modo nostro, sperando di non commettere errori. Però ho visto i dati e le immagini, sbagliano e subiscono anche gli altri… Solo che i gol che prendiamo noi fanno più rumore e se ne parla sempre. Mi fa piacere che ci guardiate con attenzione… Però che si sappia: io sono il primo ad arrabbiarsi per la fase difensiva».
IL SILENZIO. E’ aritmeticamente d’oro e, scaramanticamente, prodigioso: succede che, nell’era della comunicazione, mentre intorno è tutto un cinguettare, ronzii di telecamere ed etere intasato, tacere diventi un atteggiamento cautelativo da alcuno o un rito propiziatorio, quasi un assist alla sorte, per cavalcarla: è una scelta di campo, una strategia un po’ demodé annunciata pure per (il post-partita di) Bergamo, a cui Benitez – l’unico per il momento autorizzato a parlare, attraverso Kiss Kiss – arriva con un Napoli restaurato dai suoi artisti. «Sono contento per i gol di Higuain e di Hamsik: Gonzalo ne aveva bisogno, ma stava già lavorando tanto e bene; e Marek era riuscito a partire bene l’anno scorso, quasi a testimoniare che il discorso sul modulo non avesse senso. A lui serviva un pizzico di fiducia in più. Callejon invece non è una sorpresa, per me: è un ragazzo intelligente e può ancora migliorare dal punto di vista tattico: sa attaccare lo spazio, la profondità, sa segnare e se va in Nazionale sarà una soddisfazione per lui ma anche per noi».
«NOI CI SIAMO». I numeri, nel loro piccolo, non mentono: dieci punti in quattro partite – in campionato – rappresentano la cartina di tornasole d’una condizione appagante, ma la Juventus è lontanissima e la Roma ancora a debita distanza. «Fisicamente possiamo ritenerci soddisfatti e se continuiamo a giocare con questa intensità scopriremo di avere ulteriori margini di miglioramento. Io di percentuali di crescita non parlo, ma con il mio staff procediamo con il sorriso. Però questo Napoli merita un po’ più di rispetto».
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