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Benevento, Vigorito: “Sarebbe un onore avere in squadra uno come Sturridge”

Intervista al presidente del Benevento

Lungo intervento di Oreste Vigorito nel corso di Ottogol, in onda ogni lunedi su OttoChannel Tv. Il massimo dirigente giallorosso è partito nel commentare l’ennesimo successo conquistato dal Benevento lontano dalle mura amiche:

“Nessuno di noi aveva mai fatto un’esperienza del genere relativa alla pandemia. Ieri abbiamo dimostrato di non aver interrotto il filo che ci aveva condotto fino a quest’oggi e che speriamo continui ancora per un po’”.

Rassicurazioni – “Dissi in una intervista che non avremmo sacrificato la serie A per le lobby del calcio. Ero consapevole che uomini come Gravina o Sibilia avrebbero seguito la strada del merito sportivo. Ho sentito la vicinanza da parte degli organi federali, così come le giuste rassicurazioni. C’era la serenità del fatto che non saremmo stati oggetto di un torto. Pare che le cose siano così, nonostante le difficoltà che dovremo affrontare fino alla fine. La frase sui giocolieri? E’ stata riportata da tutti, quindi può darsi che qualche giochetto ci fosse veramente”.

Passione – “I tifosi vanno allo stadio per amore. Chi gestisce le cose e vive la passione con questo sentimento, automaticamente diventa uno di loro. E’ l’amore che ha spinto i tifosi della Salernitana ad applaudire Vigorito, così come in occasione del derby sia io che i beneventani abbiamo salutato i granata. E’ stato un messaggio molto bello, come per dire che amiamo questo sport al di là del risultato. E’ sbagliato essere portatori di messaggi sbagliati”.

Superiorità’ – “Ho visto molto partite dalla panchina e ho notato spesso gli avversari smarriti. Per una serie di ragioni la nostra squadra era più forte. I ragazzi non hanno mai irriso gli avversari, ma hanno giocato sempre al massimo e con la massima correttezza”.

Esempi – “Siamo retrocessi dalla serie A con grande dignità. A gennaio avevamo pochissimi punti e non tutti avrebbero tentato fino all’ultimo di riprendere il filo. Cercammo di far prevalere lo sport, nonostante potessimo stare fermi. Molte persone autorevoli si complimentarono, dicendomi che siamo l’orgoglio del calcio italiano. E’ importante rialzarsi dopo una sconfitta. Questi ragazzi ci hanno provato già lo scorso anno e adesso stanno raccogliendo quanto seminato. Anche a Cremona abbiamo dimostrato di essere sempre gli stessi, nonostante ci si poteva accontentare di un punto. E’ un messaggio che non ha prezzo, da tenere presente nello sport ma anche nella vita”.

Sul Diesse Foggia – “Credo che la vera anima di un progetto sia il direttore sportivo. Ho trovato un ragazzo che ha una idea molto simile a quella mia e di Ciro. Foggia moltiplica il suo pensiero per gli anni futuri, tanto che ha già in mente la rosa delle prossime stagioni. Con questi presupposti il Benevento ha la possibilità di diventare il Benevento e non l’Atalanta. I modelli perfetti non vanno imitati, ma superati. Foggia mi ha insegnato che non bisogna prendere Dybala o Ronaldo, ma acquistare dei calciatori che possano essere contestualizzati nel contesto squadra. Ha creato una fitta rete di osservatori, con un archivio che fa invidia anche a società più blasonate. La selezione verrà fatta con passione e attenzione”.

MERCATO – “Foggia lavora per tutto l’anno. Solo quando è veramente convinto che la trattativa possa andare in porto, allora subito dopo parla con me. Sturridge sarebbe un onore per qualsiasi squadra italiana, quindi non posso dire che non sono d’accordo. Non mi meraviglierei se avesse aperto un colloquio per capire le intenzioni di Sturridge”.

Contratto – “Coda è in scadenza. Aspettiamo nuove normative federali, può darsi che proporremo una proroga ma è tutto da costruire. Al momento non sappiamo nulla. Maggio se la sente di continuare, non credo ci saranno problemi”.

Ercolanese – “E’la squadra di mio padre. E’ chiaro che dobbiamo mettere in piedi un discorso di sinergia con qualche società campania. E’ una riflessione che sto facendo in maniera profonda”.

Visibilità’ – “In quindici anni di presidenza abbiamo dato visibilità a questa città. In un contesto difficile in cui la crisi economica è presente, occorre approfittare di questa freccia giallorossa e sfruttare l’occasione nel modo giusto. Due anni fa non avevamo contezza di quanto fosse difficile la serie A, l’importante è capire gli errori da evitare”.

Traguardo – “Dieci anni fa ho ereditato una struttura messa in piedi da mio fratello. Quando è andato via sono stato costretto a impiegare un po’ di tempo per mutare il mio atteggiamento verso il calcio che era una passione e basta. Ho sfruttato le sue intuizione, imparando gradualmente. Il traguardo di quest’anno è conosciuto, il prossimo non ancora e puntiamo a quello: di restarci”.

Fonte: Tuttomercatoweb.com

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