Dall’Etihad Stadium al Ciro Vigorito, dai milioni dello sceicco del Manchester City alle ambizioni di salvezza del Benevento. Bacary Sagna in Italia è felice. Voleva giocare ancora dopo dieci anni ad altissimi livelli in Inghilterra e così si è rilanciato in Serie A – dove crede ancora fortemente di poter restare anche nella prossima stagione: “Il campionato non è finito!” racconta ai microfoni di Sky Sport; poi spiega anche come è arrivata la scelta di firmare con i giallorossi.
“Molte persone mi hanno chiesto ‘ma perché vai a Benevento?’. La risposta possibile è una soltanto: mi piace giocare a calcio e quando sono andato a Napoli a incontrare il presidente non pensavo che sarei finito a giocare qui ma poi ho parlato con lui e con la sua famiglia e ho capito che persone speciali avevo davanti. Per me il rispetto nel mondo è la prima cosa. Ho giocato 10 anni in Inghilterra, il tempo là è molto diverso da questo che ho trovato in Italia… Avevo bisogno di cambiare e sono molto contento di poter giocare in Serie A”.
“L’Italia mi piace molto, mi piace tutto. Sono felice di poter scendere in campo e lottare per qualcosa di diverso; per me questo tipo di vita è bello. Per quanto riguarda la salvezza penso che tutti devono crederci di più, tutti devono credere che il Benevento è fortissimo e che può vincere perché quando penso alle gare che abbiamo giocato contro l’Inter o la Fiorentina e non solo, penso che il gruppo deve pensare di poter vincere sempre. Abbiamo fatto di tutto per giocare bene e segnare per portare a casa punti, il problema è nella testa perché non è mai facile perdere e le possibilità di portare a casa i tre punti le abbiamo noi come gli altri. Quando si gioca non c’è mai differenza con le altre squadre, si parte sempre dallo 0-0. Questo Benevento deve giocare con più cattiveria“.
Spazio poi anche ad alcuni aneddoti da spogliatoio: “Io sono seduto vicino a Sandro che è un tipo pazzo, è un brasiliano e gli piace parlare e fare gruppo. È un bravo ragazzo. Che musica ascoltiamo prima delle partite? No no, niente musica! Siamo tutti concentrati per andare in campo e combattere. Il campionato non è affatto finito, ci sono ancora 10 partite da giocare e proveremo fino alla fine a salvarci. Il mio italiano va abbastanza bene, più tardi ho anche la seconda lezione… il mio insegnante è bravo, un po’ severo. È una professoressa ma io sono già sposato e ho due bambini. Poi sono vecchio…”.
Fonte: gianlucadimarzio
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