Belus Prajoux c’era anche 35 anni fa, non nelle vesti di capitano del Cile ma in quelle di atleta. Perse il quinto inutile incontro con Zugarelli nella storica finale che consegnò l’insalatiera all’Italia. La prima di cinque vittorie (a zero) per gli azzurri contro i sudamericani. “I precedenti parlano chiaro, sappiamo che Seppi e compagni sono favoriti. Noi siamo arrivati a Napoli con l’intima speranza di capovolgere il pronostico, ma servirebbe un miracolo”, è il suo pensiero. “D’altronde l’Italia è una grande potenza mondiale, ero in campo nella finale persa nel 1976, poi sono stato sconfitto anche da capitano a Santiago nel 2011”.
Mai stato a Napoli prima d’ora, Prajoux?
“No, ho visitato molte città d’Italia, Roma, Milano, Palermo, Firenze. Della città partenopea conoscevo soltanto la squadra di calcio e… Diego Maradona, un mito per noi sudamericani. È stato l’ex calciatore argentino a farci conoscere il volto più bello di Napoli. Speriamo che il nostro connazionale Edu Vargas, che è venuto a salutarci pochi giorni fa, sappia seguire le sue orme e scrivere belle pagine della storia del club calcistico”.
Che idea s’è fatto della città?
“L’impatto è stato splendido, è davvero bellissima. La criminalità? Credo che molto spesso si esageri, tutte le città hanno i propri quartieri difficili, anche le capitali come Roma e Santiago”.
E il lungomare liberato dalle auto?
“Bello, abbiamo passeggiato a lungo. Anche in Cile le città hanno zone pedonali vicino al mare, questo lungomare mi ricorda un po’ la mia patria. L’impressione che tutti noi abbiamo avuto della città è incredibilmente positiva, adesso speriamo di strappare gli applausi dei tifosi in campo”.
Fonte: La Repubblica
La Redazione
M.V.
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