Sul Sole 24 Ore l’esperto di finanza calcistica Marco Bellinazzo ha spiegato perché, dal punto di vista economico e fiscale, ai grandi calciatori come Cristiano Ronaldo conviene giocare in Italia. Bellinazzo, oltre all’esempio di Ronaldo (passato alla Juventus nell’estate) fa anche l’esempio di Luka Modric, probabilmente il miglior centrocampista al mondo, attualmente del Real Madrid ma che secondo affidabili giornalisti sportivi starebbe seriamente considerando un trasferimento all’Inter. Oltre agli aspetti sportivi legati alla ripresa dei club italiani, l’Italia è un posto in cui conviene pagare le tasse, per gli sportivi dei massimi livelli, grazie a una norma della legge di stabilità approvata nel 2016 dall’allora governo Renzi.
Fino a quel momento, però, ai club spagnoli i giocatori di fascia alta costavano mediamente un terzo in meno rispetto ai club europei concorrenti (in Inghilterra l’aliquota sugli stipendi dei calciatori viaggiava e viaggia al 50%, in Bundesliga al 45%, in Serie A al 43% e in Ligue 1 al 40%). Un vero e proprio “dumping” tributario. Al momento della riforma Zapatero, Josè Luis Astiazaran, presidente della Lfp, esprimeva «grande preoccupazione», minacciando di fermare la Liga perché la modifica sarebbe costata ai club iberici 100 milioni a stagione. Oggi in Spagna l’aliquota per i redditi più alti va oltre il 50%.
Viceversa in Italia sono maturate condizioni favorevoli all’approdo dei cosiddetti top player. Grazie all’autonomia fiscale riconosciuta ai singoli Paesi, con la legge di Stabilità del 2017, ultimo atto del Governo guidato da Matteo Renzi, è stata introdotta una norma che consente di applicare a chi sposta nella Penisola la sua residenza fiscale, dopo aver vissuto per almeno nove anni all’estero, un’imposta forfettaria di 100mila euro all’anno su tutti i redditi esteri.
Fonte: Il Post
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