Marco Bellinazzo, che stasera presenterà a Pozzuoli (al Deja Vù per la precisione) il suo libro commemorativo del primo tricolore azzurro, intitolato Il Napoli di Maradona, interviene a Marte Sport Live per tracciare un filo conduttore tra quel Napoli vincente e questo Napoli, ambizioso e affamato:
“Ottavio Bianchi per molti fu un tecnico un pò antipatico, ma tutte le persone che vivevano la situazione azzurre in primissima persona, sono d’accordo sulla sua fondamentale importanza nell’acquisizione del primo titolo e della Coppa Italia dell’87. Napoli è sempre stata una piazza un pò asfissiante e lui, spesso, ci metteva la faccia e la reputazione verso la sua tifoseria pur di preservare il gruppo. Bianchi spesso chiudeva al pubblico l’allenamento del giovedì ed una volta, per placare il malcontento generale, dovettero intervenire le forze dell’ordine. Il calcio italiano? In crisi, in primis economica e di conseguenza tecnica. Il rapporto tra il vecchio ed il nuovo? Mi spiace che la società nuova si sia staccata dal passato azzurro, quest’anno si celebrano i venticinque anni dal tricolore, e questa ricorrenza meritava festeggiamenti ufficiali. Guardiamo il modello Barça: dopo il quasi fallimento 2002, la nuova gestione si è fatta forte di tradizione e ambizioni future, stringendosi intorno al senso di appartenenza alla propria terra natìa. I trionfi spesso coincidono con il declino di chi vince? Beh, basti pensare alla Lazio, al Parma e anche al Napoli post Ferlaino: spero che si possa vincere, sotto al Vesuvio, senza poi dover fallire. I conti degli azzurri sono apposto, in questo senso possiamo essere tranquilli.”
La Redazione
M.P.
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