Intanto ieri Paoloni è tornato a Civitavecchia
MILANO – Nel giorno in cui Marco Paoloni è potuto ritornare nella sua Civitavecchia (avrà l’obbligo di dimora e di firma, ma fine dei domiciliari), Antonio Bellavista è stato interrogato per nove ore dagli 007 della Figc. Raggiunto alle 9,30 nella sua casa di Bitonto dagli avvocati della Procura Federale, Monaco e Milani, ha raccontato la sua verità rispondendo alle domande e mostrandosi collaborativo. Avrebbe potuto evitare il faccia a faccia con gli uomini della Figc, ma essendo tesserato come dirigente e abilitato come allenatore, ha preferito non precludersi un futuro nel calcio.
Le domande degli inquirenti si sono concentrate sui rapporti con il gruppo dei bolognesi e con Signori. Al centro l’incontro del 15 marzo e il famoso ‘papello’ con le condizioni per combinare le partite. Bellavista ha negato di averlo portato con sé e di averlo dettato a Signori perché quel pezzo di carta era già in possesso del gruppo dei bolognesi. L’ex Bari ha invece ammesso contatti con altri tesserati, ma ha sottolineato che le telefonate non hanno mai avuto finalità illecite. Bellavista ha inoltre spiegato di conoscere Bettarini e di aver scommesso insieme cifre non importanti, in maniera legale. Con Doni, invece, nessun rapporto. Tra gli argomenti trattati pure la festa di compleanno di Tisci, organizzata a Pescara: obiettivo capire i presenti e gli argomenti discussi.
L’avvocato Chiusolo ha presentato al gip l’istanza di revoca degli arresti domiciliari: ritiene non sussistano più le esigenze cautelari. Paoloni è rimasto l’unico ai domiciliari. «Voglio raccontare la mia verità. Ho molte cose da dire» ha spiegato ieri.
La Redazione
A.S.
Fonte: CDS
