Valon Behrami è nato in Kosovo, ha la nazionalità svizzera, per un anno e mezzo ha giocato in Inghilterra nel West Ham, poi è rientrato in Italia passando prima per Firenze e poi giungendo a Napoli. Eppure, a un cosmopolita come lui non basta parlare 4 lingue: «Devo imparare, e pure in fretta, il napoletano perché su Twitter mi scrivono tanti ragazzi e spesso non capisco. Io poi vado a chiedere consiglio a Cannavaro. ”Acciret”, questa la prima parola che mi hanno insegnato».
Il centrocampista azzurro parla alla radio ufficiale del Napoli, Radio Marte. E casca in pieno allo scherzo telefonico del capitano azzurro che simula di essere un tifoso che sogna uno scooter per il figlio tifoso. «Solo lui mi può ingannare così». Poi Behrami racconta: «Il campionato è appena iniziato, ma noi siamo carichi. A Napoli i tifosi sono molto esigenti, questa è una piazza che ha vinto, pretende sempre il massimo. Quando non si vince ovvio che scatta il processo. Dobbiamo riuscire ad essere bravi come contro la Lazio: se ci riusciamo diventeremo una grande. Ma noi siamo il Napoli, non chiamateci sempre l’anti-Juve».
Ammette di non aver nessun problemi tattici con Mazzarri: «Quello che occupo adesso è il mio ruolo ideale, quello che più mi addice. Mi hanno preso per questo. Sono duttile, con la testa capisco subito quello che un allenatore vuole da me. Se non fossi stato così, sarei finito in panchina negli anni passati. Al Napoli sto toccando il punto più alto della mia carriera: con Inler e Dzemaili c’è un feeling enorme. Quando sono stato contattato dal Napoli, la prima telefonata è stata a Gokhlan e lui mi ha subito detto: ”vieni qui, non avere esitazioni”. Ho fatto bene ad ascoltarlo». Non pronuncia la parola scudetto: «Ma sono nel contesto giusto. Sono contento di far parte di un gruppo con 20 potenziali titolari, dove ci si allena con tanti stimoli, andando al 100 per cento».
La rivalità con la Juventus: «È grande qui a Napoli. E non ho fatto fatica a sentirla mia. Ma a Firenze non stanno ugualmente simpatici i bianconeri». Dello spogliatoio dicie: «Cavani è l’attaccante più forte e completo con cui abbia mai giocato. Ammiro Goran e Marek. In Europa, non riesci a trovare trequartisti come lo slovacco. Mi piace studiarlo e capire come si posiziona in campo. El Kaddouri deve cercare di imparare da lui. Con la sua intelligenza tattica, è un esempio per tutti».
Fonte: Il Mattino
La Redazione
P.S.
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