Perché? Come? Con quale obiettivo? Tre domande (e risposte) secche. La sintesi estrema di speranze, riflessioni e prospettive aspettando Napoli-Porto. Il ritorno. Parla Valon Behrami e guarda tutti negli occhi. Essenziale, concreto e diretto come con gli avversari in campo. Sa quel che dice, e soprattutto sa cos’è che vuole. «Vogliamo passare il turno, qualificarci. Ci crediamo perché giochiamo in casa, perché l’Europa League, arrivati agli ottavi, s’è fatta stimolante, e perché abbiamo capito che possiamo metterli davvero in difficoltà». Uno a zero palla al centro. Dal Dragao al San Paolo. La rivincita è anche “bella”, in tutti i sensi. Dentro o fuori. Novanta minuti più recupero, eventualmente supplementari e rigori. E’ il brivido dell’eliminazione diretta, il fascino delle Coppe, quell’atmosfera che è comunque Champions. Per blasone, scenario e qualità delle squadre in campo. «Più vai avanti e più questa competizione si fa interessante. Ora sì che è piacevole giocarla. Ci sono grandi giocatori, e andare avanti, vincerla, darebbe al Napoli ulteriore lustro internazionale». La doppia rimonta, obiettivi paralleli. Il secondo posto in campionato, i quarti di nobiltà in Europa League. Ci vuole fiato per recuperare. E testa, freddezza. Behrami ne ha come pochi. Ci crede. Ha la consapevolezza di chi è certo di potersela giocare. L’andata in Portogallo, una lezione mandata giù in campo e ripassata in sala video in questi giorni. Primo tempo dietro la lavagna, il secondo col gessetto in mano. Pure se poi ha fatto gol Jackson Martinez. «Sono forti, e quel Fernando in mezzo al campo ha dimostrato quanto di buono si dice di lui. Sa far girare la squadra. Noi però abbiamo capito che se li attacchiamo, ci soffrono. Se alziamo i ritmi e giochiamo il nostro calcio, gli mettiamo pressione. Vanno in difficoltà». Un gol per fare pari. Due per passare. Senza prenderne, ovvio. Nemico duplice: il Porto e il ticchettio dell’orologio, le lancette che scandiranno i battiti dei sessantamila. “Sin prisa pero sin pausa”, questa la filosofia di Rafa Benitez. Attaccare senza fretta, la traduzione. Niente frenesie, nessuna ansia da rimonta. «Dovremo avere intensità per tutta la gara. In Portogallo li abbiamo aspettati per un tempo, non volevamo pregiudicare la qualificazione all’andata. Stavolta tocca però a noi. Pure se dovremo avere pazienza, noi e i tifosi. Non dobbiamo farci prendere dalla voglia di buttarci avanti. Se prendiamo un gol diventa durissima». Equilibrio, allora. In campo, almeno. Fuori sarà il solito delirio di passione. Napoli ha raccolto l’appello di De Laurentiis. Sessantamila col Napoli. Il pienone. Un urlo Champions che farà l’eco in Europa League. Una magia le notti di Coppa a Fuorigrotta. Il Napoli le ha vinte tutte. Settebello. Borussia, Marsiglia e Arsenal, e poi Atalanta, Lazio e Roma in Coppa Italia. E lo Swansea. Ora il Porto. Azzurri imbattibili, Higuain infallibile. E’ lui il Re di Coppe. Praticamente sempre a segno. Se l’è cavata solo l’Atalanta, giocò appena 20 minuti. Sette reti totali insomma. Una dipendenza più che una forza. «Gonzalo è fortissimo e valorizza il gioco di tutti. E’ però tutto il nostro attacco che è di valore. Siamo una grande squadra, e se riusciremo ad andare avanti, attireremo altri giocatori di quello spessore. Questa col Porto è una partita fondamentale, potrà dirci dov’è che possiamo arrivare: se concentrarci solo sul secondo posto o puntare decisi anche all’Europa. Noi ci crediamo, vogliamo provarci». Pensieri chiarissimi. E non perché la cresta è ossigenata. Berhami instancabile in campo, lucido fuori. Dà fiato ai sogni.
Fonte: Corriere dello Sport
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