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Behrami: “Scudetto, che peccato”

Lo svizzero: "Sono falloso, ma non cattivo"

Le luci e le stelle di San Siro per una notte da non perdere. Cominciando a cercare responsi lassù, così, per gioco o per convinzione. Scrutando nel blu più profondo (domani non ci dovrebbero essere tante nuvole), fra i luccichii e i tracciati luminosi delle costellazioni. Tante ce ne sono, tante sono lì a lanciare segnali ammiccanti, che chiedono solo di essere interpretati. Dalla costellazione del “guerriero” parte un impulso ben preciso: le sue stelle non stanno mai a guardare. Soprattutto in campo. Perché i veri guerrieri pensano, per carità, ma soprattutto agiscono. E lo fanno presto e bene, col massimo dell’efficacia. La prova di tutto ciò? Eccola.

STANDING OVATION «Sono quelle cose difficili da spiegare, sono soddisfazioni che rimangono dentro, per me è importante rivivere ogni giorno questi momenti. La standing ovation vale doppio, perché non sono un calciatore che fa gol o azioni eclatanti. Quindi è un gran riconoscimento, motivo di grande orgoglio e sprone per il mio lavoro» . Ma a Valon Behrami avranno pur spiegato che, ricevere un tributo del genere al San Paolo, non è cosa di tutti i giorni. Il guerriero della notte si carica ad applausi e complimenti sinceri, quelli che in pochi mesi sono aumentati d’intensità a dismisura. Tanto che l’indice del suo rendimento è schizzato ai valori più alti da quando indossa la casacca azzurra. Ora è un inamovibile, e al momento della sostituzione (è diffidato) in Napoli-Genoa, a 15 minuti dalla fine, il ragazzo che rincorre, ringhia e morde da vero duro (ma mai a vanvera), s’è praticamente sciolto in un brodo di giuggiole, fra gli applausi scroscianti. 

IN PRINCIPIO «Non mi aspettavo di entrare subito, e in questo modo, nel gruppo» , l’elvetico continua a dar corpo ai suoi pensieri nel “confessionale” di Radio Marte. E da quel salottino lancia carezzevoli messaggi per tutti: «Non mi aspettavo di capire subito cosa volesse da me il mister, e invece è successo. Così riesco sempre ad essere pronto anche per la squadra, ma in fondo già sapevo che sarei stato utile alla causa» . Bene, perché le consapevolezze rafforzano i risultati. Però, anche un pizzico di rimpianto: «Lo scudetto purtroppo è andato. Da mangiarsi le mani, un vero peccato. Ma adesso c’è una Champions da raggiungere dalla porta principale. E’ questo il nostro obiettivo, di assoluta importanza per la programmazione futura» . Cambiano gli scenari, ma anche le posizioni. «In carriera ho ricoperto tanti ruoli, ho buone capacità di adattamento. Quello attuale mi piace molto, perché riesco a dare una grossa mano, ma va mi trovo bene anche in mediana a due»

IL DIAVOLO – A poche ore dal Milan: «E’ una partita delicata, per la stampa siamo i favoriti, ma in realtà non è così. il Milan sta bene e ha vinto tanto ultimamente: l’imprevisto di Firenze non deve far abbassare la nostra concentrazione, se perdiamo ce lo ritroviamo vicinissimo. Diventerebbe tutto più difficile, perciò questo ottimismo è ingiustificato. Dobbiamo affrontarli con umiltà, perché cambiando atteggiamento potremmo incorrere in una brutta figura. Il gol? Per me non è un’ossessione. Adesso servo in difesa e riesco a togliermi parecchie soddisfazioni. Sono sempre molto concentrato sul pressing: dovrò attaccare giocatori importanti come Montolivo e Boateng»

LO STUDIO «Faccio troppi falli? Non direi. Per il mio modo di giocare qualche fallo in più ci sta, ma non penso che siano eccessivi, essendo uno specialista del tackle. Ogni settimana poi studio al video gli avversari che mi ritroverò contro. Studio per bene ogni loro mossa e provo a regolarmi di conseguenza. In questi giorni stiamo lavorando molto, sia sulle gambe che sulla testa. Dzemaili o Inler? Gioca chi sta meglio. Ora Blerim sta attraversando un periodo di forma eccezionale ed è davvero prezioso, tanto da fare la differenza. E poi porta sempre tanta cioccolata… Gokhan ha fatto bene sino a tre o quattro partite fa, sta avendo un momento in cui è meno brillante, ma ha dato sempre tanto. La Primavera? Sarà un’altra bella notte quella di martedì, e noi saremo con loro, allenandoci al San Paolo (ore 18,15, allenamento e porte aperte, ndc). Mi lusinga molto essere paragonato a Bagni, anche lui ci metteva anima e cuore»
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.

 

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