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Behrami rapinato a Chiaia banditi via con l’orologio

Il giocatore minacciato con una pistola, era a bordo di una Porsche

Due dei tanti ancora in circolazione. Balordi. Pronti a tutto pur di riuscire a portare sui bilancini di precisione del ricettatore di turno un orologio di buona fattura, se non addirittura di marca. Questa volta è toccato a Valon Behrami, il centrocampista svizzero di origini albanesi che gioca da titolare nel Napoli.
È toccato a lui, stavolta, “fare numero” nella ben poco invidiabile classifica delle vittime della criminalità di strada che, puntualmente, a Napoli – soprattutto a ridosso delle festività natalizie – fa impennare le statistiche relativi a scippi, furti, rapine e borseggi. Due malviventi gli hanno rubato, sotto la minaccia di una pistola (forse un’arma giocattolo) un preziosissimo orologio da polso di marca Hublot in oro e diamanti. È accaduto due sere fa, nel cuore del cosiddetto salotto buono di Napoli, alla Riviera di Chiaia, intorno alle 18.30.
Non sfugge nessuno alla dura legge della microcriminalità: e in questo caso si può anche dire che non è stata sufficiente nemmeno la popolarità di una star del firmamento calcistico azzurro a frenare gli intenti dei rapinatori. Erano in due, i banditi. Hanno notato l’arrivo di una Porsche fiammante, dalla quale hanno visto scendere un giovane dai capelli ossigenati, impossibile non riconoscere in quella persona il calciatore che con la squadra di Mazzarri sta peraltro facendo un buon campionato, a livello di prestazione personale.
Occasione ghiotta, quella che si presentava ai criminali. Sebbene si fosse in un orario di punta e la strada fosse trafficatissima, i rapinatori – che viaggiavano a bordo di uno scooter – hanno avvicinato l’atleta e, minacciandolo con una pistola che si intravedeva sotto il giubbotto di uno dei due, gli hanno intimato di slacciarsi l’orologio e di consegnarlo. Detto fatto. Dopodiché i due si sono dileguati a forte velocità in direzione Fuorigrotta, ma è molto più probabile che abbiano piegato verso il corso Vittorio Emanuele. Bande specializzate in simili azioni hanno infatti come base logistica proprio l’area dei Quartieri, o del pallonetto di Santa Lucia.
Subito dopo l’episodio Valon Behrami ha attraversato la strada e si è recato a sporgere denuncia presso il vicino commissariato di polizia, che si trova proprio alla Riviera di Chiaia. Ha fornito agli investigatori tutti gli elementi utili alla cattura dei rapinatori. Si esclude, al momento, la pista che dietro il grave fatto possano celarsi elementi legati a frange ultrà della tifoseria napoletana, e che il reato possa in qualche modo essere messo in collegamento con le recenti debacles della squadra di calcio allenata dal mister Walter Mazzarri. Fatto sta che l’orologio rubato due sere fa a Behrami non sarà un oggetto facilmente ricettabile. Il prezioso Hublot reca infatti nel quadrante il nome di battesimo del calciatore: «Valon», impresso con pietre preziose. Indagini negli ambienti della piccola criminalità organizzata del centro cittadino e dei ricettatori sono in corso da parte della polizia.
Il brutto episodio accaduto a Behrami è solo l’ultimo di una lunga serie di disavventure capitate a molti calciatori del Napoli. Basterà ricordare i casi di Edinson cavani, al quale più volte i topi di appartamento fecero “visita”, svaligiandogli la casa nel periodo in cui viveva a Lucrino; o quello che vide vittima di un rapinatore sua moglie, mentre egli si trovava impegnato con la nazionale uruguayana alle Olimpiadi di Londra; o, ancora, le rapine perpetrate alla fidanzata di Ezequiel Lavezzi e alla moglie di Marek Hamsik.

Fonte: Il Mattino

La Redazione

P.S.

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