Di corsa: lasciandosi alle spalle qualsiasi inibizione, guardando in alto, e godendosi poi il panorama che da quella cima s’intravede. Napoli 2, Catania 0: ed è un’altra stagione, di quindici partite, di tre colori o forse di più. Il verde, il bianco e il rosso; l’azzurro; il bianco e il nero. Il mondo di Behrami è vario.
E adesso, Behrami?
«Si procede come sempre: credendo in noi stessi e in quello che facciamo. Abbiamo offerto un’altra prova di maturità, perché il Catania ha confermato di essere un’avversaria di assoluto valore».
Un pensiero fisso di Napoli è la Juventus.
«Ma la partita si giocherà il primo marzo e noi speriamo di arrivare a quell’appuntamento quanto più vicini ai bianconeri. Siamo venuti fuori da un match complicato, meglio andare avanti in silenzio, settimana dopo settimana».
Lei è tra gli ultimi arrivati: in cinque mesi cosa ha capito del Napoli?
«Che la vittoria in Coppa Italia ha trasmesso enorme convinzione ai calciatori. C’è una mentalità ormai vincente in chiunque e penso che questo sia un grosso merito di Mazzarri. Ma se prima, forse, poteva venire meno l’abitudine al successo, quel trionfo ha colmato l’eventuale lacuna».
Behrami ci ha messo la corsa, l’agonismo e…?
«Faccio quello che posso e quello so. Do sempre il massimo, non mi tiro indietro, vivo questo momento con orgoglio. Siamo determinati, abbiamo fame, siamo un bel gruppo. Il lavoro degli anni sta emergendo, quest’estate il mister ha lavorato sulla nostra testa. E in campo c’era già un solco tracciato».
Due a zero in una serata neanche troppo brillante.
«Colpa del maltempo e anche un po’ del campo. Ma noi volevamo i tre punti e ci sta che non sempre si riesca a produrre il gioco che vorremmo. E poi metteteci il Catania, che ha saputo chiuderci bene, che ci ha costretto a soffrire per un bel po’».
Pensierino post-partita.
«Ora ci sentiamo più forti e queste vittorie aiutano, Rappresentano test ed averli superati in maniera comunque agevole ci dà maggiore consistenza anche caratteriale. la tempra non ci manca, insomma».
Il pericolo da evitare?
«Guai abbassare la concentrazione, guai sentirsi appagati. Noi siamo decisi a gettarci sempre nella mischia con la stessa ferocia: siamo concentrati, non dobbiamo indietreggiare ma insistere. Siamo in salute e stiamo attraversando un periodo felicissimo. Poi, evitare di giocare sotto ritmo».
Il valore aggiunto?
«Il San Paolo: il vero uomo in più, il dodicesimo in campo. Una spinta incredibile, una carica che a nessun’altra è concessa. E questi successi sono per loro».
A proposito, ma se ripensa a Juventus-Napoli?
«Rivedo la gara strana dell’andata, quella persa per episodi. Andammo a giocare lì reduci dalle fatiche con le Nazionali. Stavolta mi sembra che qualcosa sia cambiato, almeno in noi. E io non guardo agli altri: non dobbiamo distrarci, mai. Stiamo giocando bene, seguendo i codici suggeriti dal tecnico; e contro il Catania abbiamo pure dimostrato di essere saggi, perché l’abbiamo giocata con intelligenza, questa partita».
Sabato c’è però la Lazio.
«Difficile, anzi di più. Complicata. Ma non è ancora il momento decisivo».
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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