Valon Behrami, centrocampista-guerriero del Napoli primo in classifica, interviene al Salottino di Marte Sport Live per raccontarci le sue prime impressioni da partenopeo. Durante la chiacchierata con i collegi Mele e Gifuni, simpatico aneddoto: capitan Cannavaro si finge un padre deluso dal fatto che Behrami non abbia concesso un autografo a suo figlio, che ora in cambio vorrebbe il motorino del Napoli in regalo. Questo ad evidenziare la grande coesione del gruppo Mazzarri. Ecco quanto evidenziato dalla Redazione di IamNaples.it :
“Napoli sogna? E’ chiaro che si sogni, ma le gare sono ancora tantissime. Dentro di noi ambiamo di sicuro in alto, ma dobbiamo essere umili e pensare partita per partita. Essere equilibrati fa bene, ma è un problema nostro, non della piazza: i tifosi pretendono sempre il massimo e scattano i processi se le cose non vanno bene, ma è anche questo il bello del gioco. Noi, da calciatori, dobbiamo saper controllare la cosa. Il mio ruolo? A Napoli gioco dove meglio riesco ad esprimermi, anche se devo ammettere che la mia duttilità mi ha permesso spesso di giocare titolare anche in ruoli non propriamente miei, vedi i primi anni con la Lazio. Napoli è il contesto giusto per tutti per dare il 100% sia in partita che in allenamento. La mia storia? I miei genitori, quand’ero piccolo, decisero di emigrare in Svizzera per scappare dalla guerra del Kosovo. Lì era diventato pericoloso e c’era poco lavoro, mentre la nazione elvetica ci accolse a braccia aperte. Dopo tre mesi avremmo dovuto lasciare la Svizzera, ma grazie ad una raccolta di firme riuscimmo a proseguire il nostro soggiorno lì. La Svizzera mi ha dato tanto e perciò ho scelto la nazionale elvetica, anche per ringraziare dell’ospitalità. Le piazze in cui ho giocato? Tra Roma, Firenze e Napoli ho sempre giocato in ambienti molto caldi, passionali. Napoli è comunque l’apice della mia carriera, il salto di qualità che attendevo. Il gol che ricordo con maggior piacere? Quello nel derby con la Lazio contro la Roma. Anche con la Svizzera ho provato una grande emozione: segnai contro la Turchia, ero in prima pagina ovunque, era la mia seconda presenza con la Nazionale, ma mi ha fatto più male che bene. Dzemaili ed Inler? Mi hanno sempre parlato bene di Napoli, Inler è stato il primo a sapere del mio arrivo sotto al Vesuvio, anche per informarmi su tutto. Di lui mi fido e per Napoli ha speso solo belle parole, questo mi ha regalato ancora più entusiasmo. Il compagno con cui più ho legato? Gamberini, con lui ho condiviso un anno a Firenze molto difficile, poi è logico ci sono i miei connazionali Gokhan e Blerim. La situazione della mia nazionale è molto particolare: ci sono albanesi, turchi, balcanici e pochi svizzeri. I miei capelli? Non piacciono ne ai miei genitori ne a mia moglie, ma è da dieci anni che li porto così, una sola volta li ho tagliati e ho rotto il ginocchio: quindi continuero ad averli così finché gioco a calcio. Noi l’Anti-Juve? L’etichetta non mi esalta, noi siamo il Napoli e non è poco: abbiamo il nostro percorso da fare e dobbiamo pensare solo a noi. La rivalità con la Juve? E’ più forte di quella tra Juve e Fiorentina, che anche è molto forte, non me l’aspettavo, ma va bene così. La nostra rosa? Abbiamo tre top player, talenti come Insigne ed una difesa fortissima con gente del calibro di Cannavaro, che è da Nazionale. Abbiamo grande qualità, non ho mai giocato in una squadra così forte. Mentalità e furia agonistica faranno la differenza. I miei allenatori? Su tutti Delio Rossi e Zola mi hanno fatto crescere molto, senza dimenticare Sinisa Mihailovic, che mi ha fatto tornare in Italia. Mazzarri? Quando giochi per lui sai sempre quello che devi fare. Lo spogliatoio? Guardate lo scherzo fattomi da Paolo, siamo molto uniti e ci sappiamo anche divertire. Il più forte? Cavani è l’attaccante migliore con cui abbia mai giocato, poi ammiro Goran Pandev e Marek Hamsik. Lo slovacco è raro: trequartisti così moderni in Europa ce ne sono pochi. Ha tutti i colpi del grande giocatore ed è un esempio per tutti. Io? Non ho mai vinto nulla e ne ho una voglia tremenda.”
La Redazione
M.P.
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