Squadra che (stra)vince non si tocca e per stavolta il turn-over resta in soffitta o nello stanzone di «Marassi»: avanti tutti quelli che mercoledì sera ci hanno dato dentro ed in un’ora e mezza hanno spazzolato via le ombre di Catania, lasciando da parte ogni tentazione e pure le tabelle, il minutaggio e le valutazioni del caso. La rivoluzione (annunciata) all’incontrario conferma il Napoli infrasettimanale, lascia Gamberini a sinistra e Behrami-Inler in mezzo al campo; offre a Maggio la possibilità di spingere ancora e a Zuniga la corsia di sinistra; poi, a voi tenori. Il dubbio, semmai ce ne fosse uno, è nel sistema: ma Hamsik, innanzitutto, saprà bene dove andarsi a collocare, seguendo lo sviluppo della gara e da lui dipenderà l’atteggiamento. 3-4-2-1 o 3-4-1-2: i numeri, nel loro piccolo, non mentono, e questa è la struttura che sino ad oggi non ha mai perso (nei novanta minuti), che da Pechino sino al San Paolo contro la Lazio ha messo assieme un numero impressionante di reti (diciassette in sette gare, compresa Supercoppa ed Europa League), subendone appena quattro (due in Cina, una dalla Fiorentina e una dal Parma) e dando dimostrazione di sé, dell’affidabilità del suo organico, della solidità dei concetti-chiave trasmessi loro da Mazzarri.
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