E però, c’è voluto un po’ di tempo: perché per minuti venti, in quel clima da camomilla, il rischio di addormentarsi cominciava a manifestarsi ed il pericolo c’è stato. La partita dell’anno ha un peso enorme e mica solo economico: e quando ormai la notte sta inghiottendo chiunque, ci vuole una «martellata» (quella pura, non quella impura) di Flamini per scuotere il Napoli, per dargli la sveglia, per indurlo a leggere dentro se stesso e cominciare a giocare, perché intanto il gioco s’è fatto duro e bisogna scendere in campo, non starsene sulle sue a cantar con la luna: «Vero, verissimo»
BRR, CHE BRUTTO INIZIO – Milan 1, Napoli 0, quando ci si chiede cosa abbia in testa Mazzarri e, soprattutto, cosa abbiano nelle gambe quelle undici statuine che appaiono un po’ svuotate – perché corre Behrami, come sempre, lo fa per sé e pure per gli altri, ma non basta – capita l’inevitabile, arriva una scarica d’adrenalina che t’è fornito dal match e si modifica non solo l’identità della squadra ma anche lo scenario di una serata altrimenti complessa ed ingestibile. «Infatti: siamo entrati in campo non benissimo, poi, da quel momento» .
LA REAZIONE – Succede, a volte: t’arriva uno schiaffo e mica puoi porgere l’altra guancia. Il Napoli, invece, mostra l’altra faccia, quella assai più nota, quella determinata ed anche un pochino selvaggia, quella che lo spinge a rompere gli schemi, a lasciare la cautela alle spalle di quell’avvio un po’ demodè, e di provarci, perché s’è già messa male e non si può andare avanti così, perché è una notte da Champions, anche se non si vede, e Behrami – ancor prima di dirlo a palla ferma – lo urla ad alta voce, nel ventre d’un centrocampo che ci crede d’istinto, si mette subito a giocare, da Zuniga ad Hamsik e, di prima, bellissimo, l’assist che manda Pandev a rimettere a posto le cose e tranquillizza un Behrami pago di ciò che sta accadendo, di ciò ch’ accaduto: perché i punti restano quattro sulla più immediata delle inseguitrici, quel Milan che esce un po’ sconsolato dal campo, e adesso c’è una giornata in meno. «Ma quella rossonera è una grande squadra e la gara è stata equilibrata» .
RIECCOLI – Equilibrata, certo: al quarantacinquesimo e poi anche al novantesimo: al termine di quel mini-tunnel d’una ventina di minuti circa; equilibrata lo è diventata, perché in quella falsa partenza, in cui il Napoli non si riconosceva, non si ritrovava e forse si interrogava anche sui perché di quell’atteggiamento; poi la svolta l’ha fornita proprio Flamini – che l’avrebbe potuta concedere anche nel finale con quel rosso – e quando la «sassata» è andato a spegnersi nell’angolino lontanissimo di De Sanctis, Behrami ha capito che bisognava inventarsi qualcosa, tirare fuori il meglio di sé, tutto quello che non s’era ancora visto in precedenza, in quel segmento di partita, un dettaglio. «Impatto non sui soliti livelli però alla distanza, visto come sono andate le cose, va detto che poi è venuto fuori l’approccio giusto. Il gol del Milan è stato utile sotto questo punto di vista, ci ha permesso di darci una mossa» . Più quattro: il risveglio alla fine è stato tenerissimo.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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