Era il gladiatore perfetto in quel di Roma. Valon Behrami, a dire il vero, è diventato idolo ovunque ha giocato. Ma la Lazio per lui è stata speciale: è la squadra dove ha cominciato la sua avventura italiana. Una delle tante buone riuscite di Claudio Lotito, preso a quattro soldi dal Genoa, che ne cedette la metà dopo un paio di annate in Serie B. Evidentemente Preziosi, che lo prese dalla cadetteria svizzera in comproprietà con l’Udinese, credette in lui ma fino a un certo punto, non pensando che potesse esplodere in Serie A. Sbagliava, perché Valon Behrami nella Lazio in Serie A si impose eccome: ma non era lo stesso giocatore di oggi. Ala di fascia sinistra, ma adattabile anche a destra, lo svizzero giocava a tutto campo dispensando velocità e forza fisica. Tecnica poca, ma tantissima grinta.
L’EX IDOLO DELL’OLIMPICO. Con Delio Rossi diede il meglio di sé: nella stagione 2007-2008 tocca il suo apice, disputando 32 incontri di cui 22 in campionato, cinque in Champions League e cinque in Coppa Italia. Tanto, ma non quanto basta per entrare nella storia della Lazio: succede il 19 marzo 2008, quando allo scadere del tempo di recupero sigla il gol vittoria nel derby che la Lazio vince 3-2 sulla Roma, scatenando un’apoteosi generale e una furiosa esultanza di Delio Rossi, che culminerà con un tuffo in fontana rimasto nella storia. Da lì in poi Valon Behrami entra ufficialmente tra gli idoli della Curva Nord, rivelandosi un vero e proprio jolly: Rossi gli assegna spesso la posizione di terzino o quella “naturale” di ala e risulta sempre uno dei migliori in campo anche se il rendimento della squadra diventa altalenante col passare del tempo.
L’INGHILTERRA E IL TERRIBILE INFORTUNIO. Come quasi tutti i buoni giocatori alla corte di Lotito finisce anche lui col litigare col presidente, tanto da lasciare la squadra usufruendo dell’articolo 17: scelse, anche perché obbligato dalle regole, il West Ham. E anche a Londra, nel club da sempre vicino alla Lazio, si fa voler bene dai tifosi in breve tempo: per lui anche uno dei suoi rari gol, ma anche il momento che nessun calciatore vorrebbe vivere: un terribile infortunio che ha rischiato seriamente di fermare la sua carriera. Un ginocchio praticamente distrutto, rotto in tutti i legamenti, così come la caviglia. Un’uscita dal campo drammatica, visto che lo svizzero perse i sensi a causa del dolore e dovette lasciare il terreno di gioco con la maschera per l’ossigeno.
A NAPOLI RINASCE, “QUASI” UN TOP PLAYER. Da lì una lunga riabilitazione, durata quasi due anni, e il ritorno in Italia: molte cose cambiarono, perché dopo il terribile infortunio non se la sentiva più di correre a perdifiato sulla fascia. Cambia ruolo, e viene sistemato a centrocampo: cambia la posizione, ma non la grinta. Anche da mediano si fa valere, anzi, sembrando perfino più efficace che sulle corsie. A Firenze diventa in breve tempo un punto di riferimento, diventando il miglior giocatore della formazione viola in una stagione fallimentare: quella scorsa. La sua esperienza in Toscana dura un anno e mezzo, ma poi Mazzarri pretende di averlo e viene accontentato: Behrami arriva a Napoli, dove si afferma definitivamente, accarezzando perfino la definizione di top player. Sabato tornerà nella sua vecchia casa, ma sembra passata una vita: l’emozione sarà tanta, perché Behrami sa che Lazio e Napoli rappresentano i momenti più importanti della sua carriera. E quel gol che in azzurro ancora deve arrivare, magari… chissà.
Fonte: Giovanni Scotto per Il Roma
La Redazione
M.V.
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