Behrami è diventato un idolo, l’idolo del San Paolo. Quando è stato sostituito contro il Genoa gli è stata dedicata una vera e propria ovazione. «Sono quelle soddisfazioni che ti rimangono dentro. Cerco di lavorare per vivere momenti come questi. Non faccio gol o azioni spettacolari, ma vuol dire che il mio lavoro viene apprezzato lo stesso», ha detto in un’intervista a Radio Marte. Arrivato in estate è diventato uno dei protagonisti del Napoli, insostituibile. «Non mi aspettavo di entrare subito in maniera così importante nel gruppo. Il ruolo? Ne ho fatti tanti e so adattarmi facilmente in tante situazioni. Quello che sto ricoprendo ora mi piace, riesco ad essere importante e prezioso per la squadra. Questo mi piace tanto oppure il mediano a due».
Concentratissimo sulla prossima sfida, quella del Meazza vale il secondo posto. «Sembra che noi arriviamo favoriti e loro sfavoriti e invece non è così. Il Milan sta bene, è in forma, ha vinto tanto nell’ultimo periodo e ha avuto un imprevisto a Firenze. Una squadra da rispettare, l’equilibrio è sottile. Se dovessimo perdere, tornerebbe ad un punto. C’è un ottimismo ingiustificato, ci aspetta una partita durissima». L’ex centrocampista viola dà suggerimenti, indica la strada per vincere al Meazza. «Se togliamo loro le risorse di gioco, possiamo fare bene. La prima cosa è la fase difensiva, non lasciamo respirare i loro giocatori importanti. Sono concentrato soprattutto sul pressing per attaccare giocatori come Montolivo, oppure gli inserimenti di Boateng tra le linee». Behrami ha le idee molto chiare. «La personalità? È difficile giocare contro il Milan: negli anni scorsi era quasi impossibile vincere. Noi siamo una squadra importante e possiamo fare risultato, ma serve umiltà. Un gol in azzurro? Sicuramente mi manca, sarebbe un’emozione unica, ma sono in un ruolo in cui partecipo poco alla fase offensiva anche nei calci piazzati». Lo svizzero dimostra di avere anche qualche rimpianto. «Lo scudetto? Purtroppo guardandoci indietro ci mangiamo le mani, ormai siamo fuori. Un grande peccato. Il traguardo Champions è importantissimo per programmare il futuro. Il soprannome che preferisco? A me piace guerriero. Bagni? Un paragone che mi fa assolutamente piacere, è stato un grande giocatore, un accostamento che mi lusinga».
Fonte: Il Mattino
La Redazione
M.V.
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