In una lunga intervista rilasciata a Blick, giornale svizzero, Valon Behrami ha raccontato alcuni retroscena riguardo la sua vita privata e da calciatore. L’anno scorso si è ritirato dal calcio giocato, ma erano ormai tre anni che non rilasciava dichiarazioni. Ecco un estratto:
“Io e mia moglie abbiamo cancellato tutti i profili social 5 anni fa. Non volevo più mischiare calcio e vita privata. Ormai non provavo più emozioni per questo sport, volevo solo stare con le mie figlie, non ho sentito niente per 7-8 mesi, ero mentalmente morto e non mi interessava più vincere o perdere le partite [..] Rido a morte dei calciatori che mettono tutta la loro vita su Instagram e poi si lamentano di essere attaccati e che la loro privacy deve essere protetta, cazzate. La via d’uscita è a un clic di distanza. Cancella il tuo profilo e sei in pace”.
Ha poi parlato di un brutto episodio capitatogli a durante il suo periodo napoletano, che l’ha spinto poi ad andare via dalla città:
“Ero in macchina e ho notato che qualcuno mi seguiva. Mi hanno rotto lo specchietto, ho abbassato il finestrino e mi hanno puntato una pista alla testa. Che shock! Mi hanno rubato anche l’orologio. Uno indossava una calza in testa, l’altro l’ho visto e sono andato alla Polizia a denunciarlo, identificando il ladro, come avviene nei film. Ma nei due-tre mesi prima del processo ho ricevuto minacce dalla famiglia di quest’uomo. Un giorno andai dal parrucchiere con mia figlia e mi rubarono l’auto. Lì ho detto: basta, voglio andarmene da qui”.
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