Il guerriero azzurro Valon Behrami ha rilasciato un’intervista al portale svizzero Tagesanzeiger. Ecco quanto evidenziato dalla redazione di IamNaples.it:
Capelli biondi e tatuaggi. Cosa c’è dietro questo look che non passa di certo inosservato?
“Non lo so. Ho cambiato diversi stili negli utlimi anni, ma adesso sono cambiato; i tatuaggi sono frutto di errori commessi in gioventù. Dopo la nascita di mia figlia la mia vita è completamente cambiata, adesso sono una persona molto più tranquilla ed equilibrata. Prima facevo tutto ciò che mi passava per la testa senza pensarci su due volte, ora invece ci penso molto di più e chiedo consigli giusti prima di agire”.
Rimpianti?
“Nessuno. Non rimpiango nemmeno gli errori commessi. Mi infastidisce il fatto di essere spesso dipinto come un vero e proprio pazzo, ma poi quando le persone mi conoscono meglio si rendono tutte conto che non sono affatto così”.
A Roma, ai tempi della Lazio, ti chiamavano cavallo pazzo …
“Ero giovane e single. Uscivo spesso di sera e andavo per ristoranti; ma anche quando rincasavo alle 23 i giornali raccontavano che rientravo in piena notte. Tuttavia ci sono delle cose di cui non posso affatto fare a meno nonostate adesso sia più maturo: i miei capelli devono essere sempre in ordine e, rigorosamente, tinti. Appena li vedo perdere di colore li vado a tingere. Per me sono un rito scaramentico; li così da quando ho recuperato dall’infortunio ai legamenti del 2009, da quel momento non mi sono più rotto ed ho giocato bene”.
La tua famiglia è scappati in Svizzera per fuggire alla guerra dell’ex Jugoslavia, tu avevi solo cinque anni. Come hai vissuto il trasferimento?
“Non è stato facile visto che le persone che vengono da quei paesi vengono sempre accolti con diffidenza. Personalmente mi sono subito adattato alla realtà svizzera, oggi sono orgoglioso di poter dare soddisfazioni ai miei genitori che mi sono stati sempre vicino e che hanno sempre fatto grossi sacrifici per me. Io, Dzemaili e Inler, siamo molto dediti al lavoro ed al sacrificio. Spesso ci troviamo a parlarne di questo”
Fare la vita del calciatore è difficile?
“I calciatori fanno una vita privilegiata, personalmente mi piacerebbe vivere da comune cittadino. Vorrei andare al ristorante con la mia famiglia in tutta serenità e tranquillità, ma non è sempre possibile”.
A Napoli sei stato rapinato, cosa hai provato in quei momenti?
“E’ successo tutto molto rapidamente. Ho subito pensato che mi sarebbe potuta andare peggio. Queste cosa possono accadere ovunque; i miei compagni mi hanno suggerito di rimanere tranquillo e di evitare di esporre troppo oggetti molto preziosi. Del resto, la città di Napoli non sta vivendo un periodo difficile: purtroppo c’è molta disoccupazione e tanti problemi”.
Ora sei uno dei leader della nazionale …
“Davvero!?! Io e Gokhan siamo i più anziani del gruppo; posso solo dire che quando Xhaka e Shaqiri sbagliano, sono il primo ad andargli vicino e parlargli”
Luigi De Magistris
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