Il popolo delle creste variopinte s’è insediato dal centrocampo in su. Valon Behrami è il guerriero dalla cresta di platino, quella che ondeggia furiosamente su tutta la linea mediana. Ma la si vede spesso e ben volentieri anche davanti alla difesa, da dove a volte s’innalza per planare sugli esterni, sino a cercar gloria nella terra dei piedi ispirati. Cioè ancora più avanti, dove la porta è ben inquadrata nei mirini. «La mia cresta? Non la taglierei nemmeno in caso di scudetto, ho eliminato una volta il colore e mi sono rotto il ginocchio. Allora meglio tenerla così».
THE WARRIOR – Chiude, tappa, contrasta, pressa, rilancia e a volte ci prova. Senza lasciare “aloni” poi, visto che di falli sanzionabili ne fa davvero pochi. Un bel repertorio no? Quello che ci voleva, avrà pure pensato Mazzarri. Quello che fa al caso quando si necessita di maniere spicce, quando si deve bloccare il flusso contrario, togliendo il respiro al dirimpettaio. Assillandolo. Valon Behrami, 27enne da Titova Mitrovica, fa molto al caso di questo Napoli mai pago e, per di più, lo ha fatto presto e molto bene. E’ diventato perciò un punto fermo, uno di quei baluardi problematici da rimpiazzare. Il che non guasta proprio.
PSICOLOGIA – «Piuttosto arrabbiato per il secondo tempo di Cagliari» il Valon su Sky Sport prova anche a spiegare le ragioni di Mazzarri, quelle un po’ più sottopelle. «Dalle sue reazioni poteva sembrare una partita persa. Ma lui lo fa per caricarci, per non indebolire la tensione e per tenere alta l’attenzione. Un modo riuscito per non indurci in distrazione, e per far emergere gli errori commessi. Pur vincendo. Gli siamo molto grati anche perché è sempre protettivo, soprattutto quando le cose non vanno per il verso giusto. Non so cosa farà del suo futuro, ma va sottolineato che, quando abbiamo avuto momenti difficili, s’è messo davanti a tutto e tutti per difenderci. Noi questo lo abbiamo percepito».
LE “ANTI” – «Non ci siamo solo noi come antagonisti alla Juve – il nazionale svizzero inserisce gli azzurri in un pool di inseguitori – ma anche Inter, Fiorentina e Lazio. Alla fine farà la differenza la continuità dei risultati. Se la Juventus tiene il ritmo che aveva sino a qualche settimana fa, è indubbiamente la più forte. Ha un gioco moderno, e anche quando non sono al massimo hanno giocatori importanti, mentre a noi manca ancora un po’ di continuità». Poi su Insigne e De Laurentiis: «Lorenzo ha tutti i requisiti per diventare un grande. Lo stesso fatto che osservi i compagni per carpirne i segreti è segno d’intelligenza. Per essere un napoletano che veste l’azzurro sta poi gestendo molto bene le pressioni. Il presidente s’è visto poco nell’ultimo periodo, ma tramite il figlio arrivano complimenti e incoraggiamenti».
LA TRAPPOLA – «La gara col Pescara? E’ più una trappola che una passeggiata. Ormai lo sanno tutti, chi viene al San Paolo si difende in blocco e poi prova a ripartire. Con questi avversari facciamo fatica, preferisco le partite come quelle di Cagliari. Ecco perché martedì il mister ha richiamato alla sua maniera la nostra attenzione. Vogliamo essere concreti e portare a casa i tre punti, anche a discapito della brillantezza».
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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