Più un pesante sfottò che un omaggio al napoletano Quagliarella, autore del 3-0 che ha tramortito il Napoli. Negli ultimi cinque minuti della partita i tifosi bianconeri hanno cantato sulle note di «’O surdato ‘nnammurato», diventato negli anni Settanta l’inno del Napoli, dopo la vittoria della squadra di Vinicio sulla Lazio all’Olimpico. «Oje vita oje vita mia», ecco il coro ironico degli juventini mentre i diecimila napoletani erano ammutoliti e cominciavano ad avviarsi verso i cancelli dello Juventus Stadium. Sul filo di ironia e delle canzoni storiche si era giocata anche la partita d’andata, disputata martedì 29 novembre. Prima che cominciasse la gara al San Paolo lo speaker aveva diffuso «’O sole mio» attraverso l’altoparlante. Perché farlo prima di quella notturna, terminata 3-3? Perché ci furono polemiche per il rinvio della partita, programmata di sera domenica 6 novembre. A causa dell’alluvione che si era abbattuta su Napoli il prefetto De Martino dispose il rinvio della partita per motivi di ordine pubblico perché c’era il rischio di non poter garantire la sicurezza nel quartiere di Fuorigrotta. I dirigenti della Juve e Conte si irritarono per questa decisione, comunicata dalla Prefettura alla Lega e al Napoli alle 12.30, e il quotidiano sportivo torinese «Tuttosport» pubblicò una foto del sole sul San Paolo dopo l’alluvione titolando «’O sole mio». Da qui, 23 giorni dopo, l’ironia dello speaker del San Paolo. Ieri, l’affondo dei bianconeri. «Oje vita oje vita mia», il coro è scattato dalle curve bianconere quando Quagliarella ha ricevuto il pallone da Del Piero e lo ha sistemato alle spalle di De Sanctis, il suo ex compagno: le note di quella canzone Fabio le conosceva meglio di tutti i bianconeri.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
M.V.
