Il Bayern è campione del mondo ed entra nella storia, eguagliando il record del Barcellona: Sextuple, gli spagnoli Sexete: questi ultimi hanno coniato il termine dopo l’impresa del Barcellona nel 2009: quell’incredibile squadra allenata da Pep Guardiola era stata l’unica a livello internazionale capace di vincere sei titoli in un solo anno. Prima di oggi.
Le resistenze del Tigres si spezzano al 60′: cross di Kimmich, Guzman esce male su Lewandowski e la palla finisce a Pavard che è liberissimo e deve solo spingere in rete. Gol. Anzi, no: fuorigioco di Lewandowski. Interviene il VAR: posizione regolare, Bayern in vantaggio. La partita di fatto si chiude qui, il Tigres deve cambiare atteggiamento e inevitabilmente si espone a maggiori rischi. Il Bayern ha diverse occasioni per raddoppiare: Tolisso tira, Guzman si fa sfuggire il pallone, il palo lo salva. Salcedo fa un retropassaggio suicida salvato all’ultimo dal suo portiere. Douglas Costa, anch’egli entrato negli ultimi minuti, ha la conclusione da pochi passi neutralizzata. Non si va oltre l’1-0, nonostante l’evidente differenza. Tanto basta al Bayern, è campione del mondo per la quarta volta nella sua storia fra Intercontinentale (1976 e 2001) e Mondiale del Club (2013 e 2020).
Contro il Tigres finisce 1-0 e la partita è sbloccata dopo un’ora di gioco. Ma la realtà è che non c’è mai stata storia. Pur senza Goretzka, Boateng e Muller, la differenza di valori fra i bavaresi e i messicani è enorme. Il Tigres prova a sorprendere gli avversari mettendo paura con Gignac dopo nemmeno un minuto di gioco. Ma la realtà è un’altra: partita condotta come prevedibile dai tedeschi, che l’avrebbero anche sbloccata al 17′ con Joshua Kimmich, autore di una splendida conclusione da fuori finita sul palo più lontano. L’intervento del VAR che ravvisa un fuorigioco attivo di Lewandowski salva gli uomini di Ferretti, che fanno la partita che ci si aspettava: difensiva, di grande sofferenza, in certi casi spigolosa anche se non realmente cattiva. Il Bayern dal canto suo ha un Lewandowski che riceve pochi palloni, un Sané evanescente ma che ha un guizzo al 33′ quando trova l’incrocio dei pali e che ha in Davies l’uomo pericoloso. Il canadese quando accelera è devastante ed è un pericolo costante.
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