MARSIGLIA – Con un filo di barba, rada magari, e con gli occhiali giusti, di metallo, leggeri, Elie Baup potrebbe essere scambiato per il fratello di Steve Jobs. Lui, il tecnico dell’OM, ha sempre in testa quel cappellino con la tesa lunga, popolare negli Stati Uniti, a tenergli calde le idee, accessorio che non serve comunque a sdrammatizzare lo sguardo severo e la magrezza ascetica di questo francese cinquantenne alle prese con un momento piuttosto complicato a Marsiglia. Si sono addensate nubi pesanti sulla sua panchina. Perdere con Psg campione di Francia e con Monaco, la corazzata neopromossa di Ranieri, non pare peccato mortale. Oltretutto in queste prime 10 partite, il Marsiglia si era trovato anche al terzo posto in classifica. Però l’ultima sconfitta, venerdì scorso, con il Nizza, ha dato una scossa seria alla credibilità del tecnico, scivolato al quinto posto. Se si aggiungono gli attuali 0 punti nel girone di Champions, dopo le sconfitte con Arsenal e Borussia Dortmund, ecco che l’autunno di Baup assomiglia molto a una strizzata invernale anticipata.
CREDITO – Vero che il calcio soffre di “insofferenza” a tutte le latitudini. Però in Francia non tutti i presidenti né tutti i patron hanno il grilletto facile come da noi nei confronti dei propri allenatori. Baup conta sul credito raccolto in una brillante carriera da tecnico, inizialmente signor nessuno (da calciatore ne ha avuta una poco più che onesta da portiere a Mazamet e Muret), costruita nelle stagioni a Bordeaux (tra 1998 e 2003), dove ha vinto un campionato al primo colpo, la coppa di Lega nel 2002, diventando miglior allenatore di Francia nel 1999.
La stagione scorsa il presidente Vincent Labrune lo ha voluto a Marsiglia. E il matrimonio è stato felice, visto che il club ha conteso fino alla fine il titolo a Carletto Ancelotti. Baup secondo, con la sua timidezza, la tuta sempre esibita in panchina e la propensione al gioco offensivo.
PROBLEMI – Il tecnico di Saint Gaudens si aspettava in verità per questa stagione da Campioni, una squadra diversamente rinforzata. Alla fine ha avuto in pratica solo Dimitri Payet, dal Lille (38 presenze, 12 gol). Un attaccante che piaceva anche a Rudi Garcia per la sua Roma. Payet, 26 anni, fin qui ha segnato 3 gol nella Ligue 1 (in 8 presenze), come il compagno André Pierre Gignac (con una partita in meno). Dietro alle difficoltà di mercato della società francese non c’è certo una questione di disponibilità finanziaria, data la ricchezza del gruppo Luis-Dreyfuss che ne controlla le sorti. Il fatto è che Marsiglia resta una città molto pericolosa: lo sanno bene i calciatori dell’Om che hanno subito nel recente passato, furti e aggressioni. E ha pagato drammaticamente un conto personale il ds José Anigo: il 5 settembre scorso, suo figlio Adrien, 30 anni, è stato ucciso in strada a colpi di pistola da due sicari in moto, nel XIII arrondissement di Marsiglia. L’uomo aveva precedenti penali per alcune rapine ai danni di gioiellerie della città.
RINCUORATO – Insomma una situazione pesante. Baup tiene duro. Venerdì sera, dopo la sconfitta, ha ricevuto comunque le rassicurazione di Margarita Lousi-Dreyfus, la zarina dell’Om, ereditiera dell’impero di messieur Robert, scomparso nel 2009, patron del club dal ‘96.
Fonte: Corriere dello Sport
Condividi:
- Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per condividere su Ok Notizie (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per inviare un link a un amico via e-mail (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pinterest (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pocket (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Tumblr (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su LinkedIn (Si apre in una nuova finestra)
- Altro