Dal miliardo ai mille euro. E non è certo una questione di zeri e basta. Quello lì, disse: «tenetevelo». Lo restituì per amore. Ci fece anche il libro. Un miliardo vero, un miliardo di vecchie lire. Lucarelli giocava a Torino, scelse Livorno in B: la sua città, la maglia di quand’era bambino.
Dal miliardo ai mille euro, un’altra cifra eppure un’altra storia. Questi qui Cristiano Lucarelli li tirerebbe fuori dalle sue tasche. Tanto costa riscattarlo dal Parma, tanto quanto c’è scritto nel contratto. Una cifra simbolica per un cannoniere vero. Il Napoli riflette, Lucarelli ci spera. E ora può. Il ginocchio tiene, le gambe vanno, i pensieri anche di più: volano. Mesi di patimenti. La notte maledetta contro l’Utrecht, il crac al crociato, l’operazione, la riabilitazione, le cure del dottor De Nicola, le attenzioni del prof D’Onofrio, piscina, palestra campo tutti i giorni. Tre mesi giusti, forse anche meno.
I gol al giovedì per sentirsi bomber, quelli la domenica ancora attesi per quei mille euro là. Sei partite alla fine, i sogni suoi di tutti in un mesetto e poco più. E poi i numeri da aggiornare, i suoi, questi qui personali e perciò scolpiti nella mente. Un gol, innanzitutto, uno almeno con la maglia azzurra. Ha segnato ovunque e per tutti: par condicio Lucarelli. Per il Napoli però no. E a questo «zero» lui tiene. A Bologna, l’illusione. E’ scattato in contropiede, ha allungato il passo, ha chiamato il pallone, era lì solo soletto: Zuniga gliel’ha messo corto. Un gol, uno soltanto, e magari decisivo in un giorno speciale. La trecentesima in A è vicina. E anche qui c’è molto più di qualche zero di mezzo. Duecentonovantasei gare fin qui, una coccarda al merito appesa al petto.
La Redazione
C.T.
Fonte: Corriere del Mezzogiorno
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