Dopo Piacenza, salta anche Ostuni. Sono le ultime due vittime della crisi dello sport dei canestri: due crac che, a meno di miracolosi recuperi in extremis, potrebbero offrire a Napoli su un piatto d’argento il ritorno in serie A, anche se nel secondo campionato nazionale. Ma che il club azzurro prenda al volo la chance non è affatto sicuro. Anzi.
«Sabato mattina avremo la comunicazione ufficiale dalla Federazione pallacanestro per l’eventuale ripescaggio in Legadue. Poi avremo 48 ore per dire sì o no». Il presidente Salvatore Calise resta giustamente cauto sulla possibilità di lanciarsi quest’anno nell’avventura di Legadue. «Personalmente non mi prenderò mai da solo la responsabilità di dire ”no” al ritorno della città ai massimi vertici del basket italiano: non è proprio una decisione che posso e devo prendere da solo. Così solleciterò ancora il sindaco De Magistris e il presidente della Regione, Caldoro. So che non ci sono soldi pubblici, ma una mano possono darcela trovando qualche partrner commerciale. Senza sicurezze io comunque non mi sento di fare un passo del genere con il rischio di far saltare tutto e di perdere anche quanto abbiamo conquistato finora. Senza garanzie quindi, a malincuore, saremmo costretti a rinunciare».
Ma purtroppo gli sponsor latitano. E ieri il club non ha avuto la risposta positiva che sperava da un marchio importante; anche se ha altri colpi in canna. Certo che i 200mila euro da investire subito per la Legadue tra fidejussione, iscrizione e pratiche burocratiche, di questi tempi sembrano un’enormità. La spesa totale del campionato sarebbe del resto intorno al milione di euro, e quindi c’è da pensarci parecchio visto che dalla stagione 2013-2014 ci sarà l’allargamento della Legadue a 32 squadre (in due gironi da 16), e al Napolibasketball potrebbe bastare fare un campionato discreto di Dna per rientrarci. Certo, con un anno di ritardo, ma risparmiando almeno 200-300mila euro.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
M.V.
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